L’antisemitismo torna protagonista in casa Chelsea. I tifosi dei Blues, infatti, sono finiti nel mirino dell’Uefa per i cori antisemiti rivolti contro quelli delle Tottenham durante la partita di giovedì scorso in Europa League contro il Vidi.
Tra i sostenitori del Chelsea e quelli del Tottenham c’è una rivalità storica, che va al di là del dualismo cittadino, visto che dirigenza e tifoseria degli Spurs sono per lo più di religione ebraica.
Il club guidato da Roman Abramovic si è dissociato dal comportamento dei suoi tifosi che si hanno macchiato l’immagine della società. L’allenatore Maurizio Sarri ha stigmatizzato l’accaduto:
“Condanno ogni forma di razzismo e discriminazione. In Italia esistono purtroppo gli stessi problemi. C’è una forma di discriminazione nei confronti di persone provenienti dal Sud. Sono stato l’allenatore a Napoli per 3 anni e conosco molto bene la situazione. La battaglia va combattuta unendo le forze. A volte mi sorprende che tutti chiedano all’Inghilterra la soluzione. È la stessa vergogna in tutto il mondo”.
Non è la prima volta che il Chelsea si occupa a combattere la piaga dell’antisemitismo: già nello scorso anno, infatti, i propri tifosi avevano intonato cori antisemiti contro i supporters del Tottenham.
L’episodio aveva indotto la dirigenza dei Blues a lanciare una campagna di sensibilizzazione rivolta ai propri sostenitori che si erano macchiati o si sarebbero macchiati di comportamenti razzisti, escludendoli non solo dallo stadio ma “costringendoli” a visitare il lager nazista di Auschwitz, divenuto uno dei simboli della Shoah.
Il presidente del Chelsea, Bruce Buck, in merita a questa iniziativa aveva dichiarato che così facendo i tifosi avrebbero avuto la possibilità di capire quello che avevano fatto.
Pochi mesi e il presidente della società inglese ha visto infrangere le proprie speranze…