Choc in Svizzera, dove un ristorante ha affisso un cartello in cui ha fatto sapere di non voler più affittare slittini agli ebrei:
“A causa di diversi incidenti molto fastidiosi, tra cui il furto di uno slittino, non noleggiamo più l’attrezzatura sportiva ai nostri fratelli ebrei. Questo vale per tutte le attrezzature sportive come slittini, airboard, sci e racchette da neve”.
Un messaggio di altri tempi, che riporta le lancette della storia alla seconda metà degli Anni 30, quello di “Pischa”, punto di ristorazione situato sulle Alpi svizzere nella regione omonima del comprensorio sciistico di Davos, località dove ha sede ogni anno il World Economic Forum.
A denunciare l’episodio alla polizia svizzera, secondo il quotidiano locale 20 Minuten, è stato un cliente ebreo che ha chiesto di poter affittare gli slittini, facendo finta di non saper leggere l’ebraico.
Il diretto interessato ha affermato di essere rimasto “fortemente scosso” per l’accaduto, ritenuto “scioccante, altamente discriminatorio e antisemita” dal segretario generale della Federazione delle comunità israelitiche della Svizzera (Fsci), Jonathan Kreutner, che ha aggiunto:
“Se l’azienda ha avuto esperienze negative isolate, non c’è motivo di generalizzarle”.
La polizia cantonale ha aperto un’indagine per sospetto di discriminazione e incitamento all’odio. I titolari del ristorante si sono detti convinti della bontà del loro gesto e del diritto di decidere a chi affittare “le cose di nostra proprietà” precisando che “non ha nulla a che vedere con la fede, il colore della pelle o le preferenze personali”.
Come si suol dire, qui cade l’asino. Se la decisione dei ristoratori “non ha nulla a che vedere con la fede”, perché il cartello fa riferimento a chi osserva per l’appunto la fede ebraica?
I gestori delle funivie di Pischa hanno fatto sapere che il ristorante è affittato da un esterno. L’azienda non è a conoscenza di quanto successo e prende formalmente le distanze dal reato in oggetto.
Il Ticino News ha scritto che il foglio è stato rimosso dopo che in un video pubblicato da Blick.ch, il gestore del ristorante ha commentato la lettera, precisando che non è stata scritta da lui:
“È stata sicuramente formulata in modo errato e mi scuso per questo”.
La notizia ha fatto il giro del mondo, soprattutto in un momento storico che così delicato per la guerra scatenata da Hamas dopo il massacro contro i civili nel sud d’Israele lo scorso 7 ottobre.
Il clima per gli ebrei continua a farsi pesante in diversi paesi. Cosa si deve fare prima che accada il peggio?