Episodio di antisemitismo in Svezia, dove la prima sera di Pesach (Pasqua ebraica), bambole di pezza appese per il collo e imbrattate con vernice rossa sono state fatte ritrovare vicino alla sinagoga di Norrkoping, città che si affaccia sul Mar Baltico.
Bambole che erano accompagnate da un messaggio eloquente contro gli ebrei: “La festività ebraica dell’uccisione di migliaia di bambini egiziani”, in riferimento alla decima piaga d’Egitto con la morte dei primogeniti egiziani.
La vicenda ha preoccupato non poco la Comunità ebraica locale, che ha chiesto un intervento della polizia per far luce su quanto accaduto.
Polizia che ha rilasciato una dichiarazione, che è stata affidata alla portavoce Angelica Israelsson Silfver, la quale al quotidiano Expressen non ha espresso dubbi sulla matrice antisemita:
“Questo si classifica come un crimine d’odio, che intende diffondere messaggi che minacciano o opprimono determinati gruppi etnici”.
Le autorità stanno investigando per identificare egli autori. In Svezia ci sono due gruppi di pensiero su chi possa esser stato a compiere un gesto così ignobile contro gli ebrei.
Il primo è quello capeggiato un’associazione ebraica contro l’antisemitismo, secondo cui i responsabili sono da ricercare Movimento per la Resistenza Nordica, gruppo neonazista che all’indomani aveva pubblicato le foto delle bambole sui social.
Il secondo ha sposato una idea che sta prendendo piede in Svezia, secondo cui l’immigrazione di massa dei musulmani ha portato nel paese un crescente antisemitismo.
Lo stesso primo ministro Stefan Löfven ha attribuito l’aumento dell’odio antiebraico in parte alla memoria della Shoah “caduta nell’oblio”, e in parte proprio all’immigrazione dal Medio Oriente.
L’episodio antisemita andato in scena a Norrkoping ne segue tanti altri che si stanno verificando in Europa negli ultimi anni. Una situazione preoccupante che sta allarmando numerose Comunità ebraiche, che vedono moltiplicarsi paura e intimidazioni.