L’antisemitismo sul web dilaga. L’odio e i pregiudizi contro gli ebrei sulla rete sono stati fotografati dal “Rapporto sull’antisemitismo in Italia nel 2016” dell’Osservatorio della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec).
Il documento, presentato al Palazzo del Comune a Milano, ha evidenziato un calo degli atti di violenza fisica e un aumento delle espressioni antisemite sul web. Sono 130 gli episodi segnalati di minacce, offese, diffamazione e vandalismo.
Lamberto Bertolè, presidente del Consiglio Comunale, ha sottolineato che la battaglia per debellare questa piaga deve avere come punto d’inizio i banchi di scuola:
“I ragazzi non conoscono simboli e linguaggio, per questo ci può essere il rischio della banalizzazione del male”.
Anche Diana De Marchi, consigliera alle Pari Opportunità, ha sostenuto la stessi tesi, confermando la “mancanza di consapevolezza nei più giovani”.
Vero, ma i ragazzi da chi dovrebbero imparare tutto questo? In famiglia? A scuola?
Se l’aumento dell’antisemitismo sul web è in forte crescita ma non è un fatto nuovo (è già stato registrato nello scorso anno) a preoccupare è una tendenza evidenziata da Giorgio Mortara, vice presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, secondo cui in concomitanza con anniversari di eventi storici rilevanti per le comunità ebraiche e con eventi ebraici, estremisti di destra organizzano manifestazioni antisemite. Manifestazioni che nel giorno della Memoria sono diventate anche revisioniste, come la sfilata dell’estrema destra in occasione della Liberazione proprio a Milano, eludendo il divieto imposto dal sindaco.
Monitorare la rete e i social risulta molto difficile, un problema a cui si aggiungono i pochi i mezzi legali per fronteggiare gli insulti e gli stereotipi diffusi sul web.
Motivo? Questi siti sono registrati all’estero e le piattaforme sono sotto la legislazione americana..