È stato arrestato con l’accusa di lesioni aggravate dall’odio razziale, il rider che lo scorso 21 marzo aveva accoltellato un suo collega ebreo a Roma. Rider a cui sono stati concessi i domiciliari.
Cosa è successo davanti al McDonald’s della capitale?
Diversi rider erano davanti al locale in attesa di riceve l’ordine da consegnare al cliente. Uno di loro ha iniziato a imprecare contro gli ebrei e gli extracomunitari.
Davanti a lui era presente un collega ebreo, che ha chiesto spiegazioni per gli inutili insulti. La risposta non è stata data a parole. Il 51enne, infatti, ha impugnato un coltello, colpendo il collega in varie parti del corpo (testa, volto e inguine), costringendolo ad andare in ospedale.
L’aggressore è stato arrestato grazie alle testimonianze dei presenti e ai video registrati dalle telecamere di videosorveglianza, che hanno permesso agli investigatori di capire quanto accaduto e identificare il colpevole.
Le indagini, inoltre, hanno permesso di recuperare l’arma dell’aggressione e sottoposta a sequestro.
L’episodio è da considerarsi un atto di antisemitismo, perché dopo le prime baruffe iniziali, l’assalitore ha cominciato a insultare il collega ebreo per la catenina che portava al collo: un maghen David (stella ebraica).
Un episodio che non deve lasciare indifferenti per vari motivi.
Innanzitutto per l’aggressione in sé, scatenata da uno stupido pregiudizio. Aggressione avvenuta in una zona molto popolare di Roma, segno che l’intolleranza sta dilagando.
Ed è proprio questo clima che deve preoccupare. È noto che le crisi economiche e sociali portino con sé un innalzamento di quell’odio, che troppo spesso coincide con l’odio antiebraico.
Non riconoscerlo equivale a guardare il dito e non la luna.