L’antisemitismo in Polonia torna a manifestarsi. In occasione delle celebrazioni della festa dell’indipendenza del paese, che riacquistò la libertà dopo la fine della Grande Guerra, si sono verificati episodi contro gli ebrei.
Diverse manifestazioni per ricordare l’evento sono divenute occasione per attaccare il popolo ebraico in maniera raccapricciante, tra tutte quella andata in scena a Kalisz, a sud-ovest della capitale Varsavia, dove si sono gridati gli slogan “morte agli ebrei” e “no a Polin (“Polonia” in ebraico), sì a Polska (“Polonia” in polacco)”.
Una città scelta non a caso, perché proprio qui il 16 agosto 1264 da Boleslao il Pio, che fu duca della Grande Polonia, emise la Carta Generale delle Libertà Ebraiche conosciuta come Statuto di Kalisz e come Privilegio di Kalisz, che riconosceva agli ebrei polacchi una certa tutela.
E, infatti, per simboleggiare la perdita di questa tutela, tra gli attivisti di estrema destra scesi in piazza, Wojciech Olszański ha pensato bene di bruciare copia dello “Statuto di Kalisz”.
Un episodio di una violenza comunicativa inaudita che ha lasciato “inorridito” il ministro degli esteri Yair Lapid, che ha così commentato quanto avvenuto a Kalisz:
“L’orribile incidente antisemita in Polonia ricorda a ogni ebreo la forza dell’odio che esiste nel mondo”.
Rafal Pankowski, leader del gruppo antirazzista polacco Never Again, ha affermato a JTA:
“Questo è un evento spaventoso e simbolicamente importante. Ho monitorato l’antisemitismo per più di 25 anni, e non ho mai visto niente del genere”.
Il presidente polacco Andrzej Duda ha così commentato quanto avvenuto:
“La barbarie portata avanti da un gruppo di teppisti a Kalisz è contraria ai valori su cui si basa la nostra Repubblica”.
Fatto sta che in Polonia continuano a manifestarsi con certa ricorrenza sentimenti antisemiti. L’odio antiebraico è presente nell’ultra destra polacca e nella parte più conservatrice della società.
I tre arresti effettuati dalla polizia in seguito ai disordini di Kalisz non possono essere risolutivi per risolvere la piaga dell’antisemitismo in Polonia.
Perché tenere alta l’attenzione non è allarmismo, ma una necessità.