Israele ha messo in campo tutte le sue eccellenze per sconfiggere il Covid-19 e tornare alla vita di prima. Le migliori tecnologie al servizio di una task force di grandi menti per permettere ai cittadini di aver il minor impatto possibile dopo la pandemia.
Scienziati, ingegneri, medici, dirigenti, funzionari governativi e ufficiali militari tutti uniti per lo stesso obiettivo, eliminando contrasti e piccole rivalità, figlie di un paese normale come tanti.
C’è chi, però, utilizza questo sforzo per attaccare Israele, ancora una volta. È il caso del New York Times, che in un articolo ha mostrato tutto il suo antisemitismo. Articolo sintetizzato in un tweet dello stesso giornale:
“Tecnici, ingegneri, scienziati del Ministero della Difesa all’avanguardia per uccidere persone e far esplodere cose con carri armati invisibili e droni da cecchino tra i suoi progetti più letali recenti ora stranamente si stanno impegnando a salvare vite…”
Ferma la replica dell’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Ron Dermer:
“Il New York Times, che ha seppellito l’Olocausto, è conosciuto per i mille modi che usa per diffamare e demonizzare lo Stato ebraico. E continua nella sua azione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il CEO dell’associazione per i diritti umani Anti-Defamation League, Jonathan Greenblatt, che ha affermato:
“È irresponsabile che il New York Times abbia seppellito con poche righe l’importante storia dell’esercito israeliano. Non solo ma si demonizza anche le legittime esigenze di sicurezza di Israele.”
Anche il presidente dell’American Jewish Committee, David Harris, che ha definito quella del New York Times “una vile dichiarazione”.
David Harris che nel 2019 era stato costretto a replicare alla vignetta antisemita dello stesso quotidiano americano, che ritraeva Benjamin Netanyahu, fatto apparire come un cane, al guinzaglio di Donald Trump:
“In una fase storica in cui gli ebrei sono di nuovo presi di mira e sono vittime di attentati, l’iniziativa del New York Times serve solo a gettare benzina sul fuoco e a rafforzare gli istinti antisemiti della popolazione.”
Un altro indizio di come la pandemia non ci ha reso migliori.