L’antisemitismo è tornato a colpire Milano. Sabato scorso, intorno alle ore 15, due ebrei osservanti sono stati verbalmente aggrediti nei pressi della scuola ebraica da un uomo, che l’ha apostrofati con frasi offensive: “Genocidio. Assassini del ca..o, israeliani assassini. Siete uomini di merda”.
Tra l’aggressore e gli aggrediti si sono frapposti due militari che presidiavano l’edificio, ma l’accesa discussione è andata avanti con un botta e risposta “studia i libri di storia” e “studia tu”.
A diffondere l’episodio sui social è stato Daniele Nahum, consigliere comunale dei Riformisti, recentemente uscito dal Partito Democratico proprio in polemica con chi usa(va) il termine “genocidio” per descrivere la reazione israeliana a Gaza dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre contro i civili israeliani:
“Guardate a cosa porta questo clima da fascismo degli anni trenta. Due ebrei ortodossi aggrediti verbalmente e quasi fisicamente (grazie Esercito Italiano per averlo evitato) davanti a una scuola ebraica da un energumeno che chiaramente ha utilizzato lo sdoganatissimo termine ‘genocidio’. Chiaramente non ci faremo intimidire”.
È l’ennesima vicenda in cui registriamo un atto di odio antiebraico dopo il 7 ottobre. Milano, così come altre città, è stata tutt’altro che immune a manifestazioni antisemite e antisraeliana negli ultimi sei mesi.
Al momento, non si sa nulla sull’identità dell’aggressore. Ma abbiamo la facoltà di scrivere che la sua bocca è stata armata dai vari media, talk show e social in cui vengono utilizzati termini, come “genocidio” che nulla hanno a che fare con quanto sta accadendo a Gaza.
Giornalisti, politici, opinioni e chi ne ha più ne metta, continuano imperterriti a definire in maniera impropria la controffensiva d’Israele come un genocidio.
È anche così he viene data una presunta “legittimità” a queste persone che si permettono di offendere due persone innocenti. Ma anche questa è l’Italia di oggi, dove essere ebree è tornata a essere una colpa da pagare.