Chiamatelo dottor Jekyll e mister Hyde oppure contraddizione in termini, ma quanto successo all’interno di Google ha dell’incredibile.
Il colosso americano, infatti, ha rimosso il proprio responsabile della diversità causa di un post antisemita. Il suo nome è Kamau Bobb, autore di un post antisemita su un blog: “Se fossi ebreo, mi preoccuperei del mio insaziabile appetito per la guerra e l’uccisione in difesa di me stesso”.
I fatti risalgono al 2007, ma solo oggi è la notizia è arrivata in tutta la sua forza dirompente. Il commento, poi cancellato, era stato condiviso su Twitter il capo dell’organizzazione pro Israele Stand with Us Michael Dickinson, poi ripreso dal Simon Wiesenthal Center che ha chiesto le dimissioni di Kamau:
“Paragoni rivoltanti e antisemiti tra le azioni dei nazisti e quelle dell’unico paese ebraico al mondo”.
Kamau Bobb non ha commentato quanto successo, ma secondo il New York Post avrebbe mandato una email di scuse ai collaboratori ebrei di Google:
“Quella che era pensata come una critica a una particolare azione militare ha alimentato cliché e pregiudizi antisemiti. Penso che possiamo essere tutti d’accordo, non c’è una soluzione facile a questa situazione, ma non è questo il punto. Il modo in cui ho espresso le mie opinioni su quel conflitto è stato offensivo”.
Google ha scritto una nota per esprimere il proprio punto di vista su una vicenda, ritenuta da molti imbarazzante per l’azienda americana:
“Condanniamo inequivocabilmente gli scritti passati di un membro del nostro team che stanno causando profonda offesa e dolore ai membri della nostra comunità ebraica. Questi scritti sono indiscutibilmente dolorosi. L’autore lo riconosce e si è scusato. Non farà più parte della nostra squadra per la diversity e si concentrerà sul suo lavoro Stem”.
Il responsabile della diversità che scrive commenti antisemiti. Più di qualcosa è andato storto. Perché in un mondo normale, questo non può accadere, soprattutto in considerazione dell’auto descrizione dell’azienda statunitense: “Google si impegna a continuare a rendere la diversità, l’equità e l’inclusione parte di tutto ciò che facciamo, dal modo in cui creiamo i nostri prodotti al modo in cui creiamo la nostra forza lavoro”.