L’antisemitismo torna a spaventare la Francia. L’odio antiebraico si è reso tangibile ancora una volta a Parigi, dove nei giorni scorsi una persona, ancora non identificata, ha colpito alla testa una donna che usciva da una sinagoga.
A far scattare l’allarme è stata anche la brutalità dell’aggressione avvenuta per mezzo di una bottiglia d’acciaio, arma con cui non si vuole certo spaventare o minacciare, ma uccidere.
La signora ebrea, 79 anni, non è in pericolo di vita, ma è stata costretta a subire un intervento chirurgico alla testa.
L’ennesimo episodio di antisemitismo accaduto a Parigi ha aumentato la preoccupazione della comunità ebraica, che negli ultimi mesi ha registrato un innalzamento del numero di atti di violenza contro gli ebrei francesi.
Il Crif, Consiglio delle comunità ebraiche francesi, ha espresso “ferma condanna dell’aggressione”, specificando di seguire “seriamente e con preoccupazione lo svolgimento dell’inchiesta” della Procura che al momento non è riuscita a scoprire chi sia il responsabile.
Il giorno prima dell’aggressione, i fedeli che uscivano dalla sinagoga sono stati raggiunti da alcuni secchi d’acqua provenienti dall’alto.
Non è la prima volta che a Parigi accadono episodi di antisemitismo nei confronti di donne ebree. I due che sono saliti ai disonori della cronaca sono avvenuti nel 2017 e nel 2018.
Entrambe le donne sono state uccise in maniera barbara e spietata. Nei giorni immediati alle loro morti, diversi media non ebbero la convinzione o il coraggio di parlare apertamente di antisemitismo.
Oggi come allora, sembra si abbia paura a mettere l’etichetta dell’antisemitismo su episodi avvenuti davanti a un tempo ebraico.