Odio razziale e antisemitismo, estremisti di destra rinviati a giudizio a Sassari

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Odio razziale e antisemitismo, estremisti di destra rinviati a giudizio a Sassari

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Otto estremisti di destra sono stati rinviati a giudizio dalla Procura della Repubblica di Sassari. A individuarli sono stati gli agenti della Digos, che li ritiene appartenenti a “Ordine Ario Romano”, un gruppo neonazista e antisemita, e responsabili di incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, aggravati dal negazionismo.

Gli estremisti di Ordine Ario Romano, finiti nella lente d’ingrandimento dell’Ucigos, erano soliti svolgere parte della loro attività sulle piattaforme Whatsapp e VKontakte.

È proprio sulla rete social più estesa in Russia che le indagini hanno visto un loro punto di svolta. Gli approfondimenti condotti su un account hanno portato all’individuazione di un uomo di 40 anni, già noto alla autorità per le sue condotte estremiste.

Dal 40enne, fondatore del gruppo neonazista, poi è stato possibile identificare gli altri membri di Ordine Ario Romano, sparsi in diverse zone d’Italia.

L’uomo, inoltre, era impegnato in un’attività molto grande che promuoveva la figura di Adolf Hitler, nonché in una campagna antisemita, che si potrebbe riassumere con le stesse parole utilizzate dal gruppo neonazista: “minaccia giudea”.

Campagna antisemita condita di incitamenti alla violenza contro gli ebrei e riportante di una lista formata da elenchi di cognomi ebraici “in modo da poterli facilmente individuare” e dall’indicazione dei tratti antropologici e somatici, ritenuti tipici della “razza ebraica”.

La fucina di stereotipi antisemiti non poteva terminare senza un attuale caposaldo della retorica antiebraica: la negazione della Shoah.

Un giorno, chissà dove e chissà quando, qualcuno sarà in grado di spiegarci come si possa negare una tragedia dell’umanità come la Shoah. Come si possa elogiare la figura di un personaggio, la cui sete di potere portò a milioni di morti, mettendo in ginocchio la Germania e il popolo tedesco.

Quella stessa Germania e quello stesso popolo tedesco che diceva di proteggere. Una contraddizione e un’aberrazione senza eguali. Ma mai come quella di negare la Shoah. 

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