L’antisemitismo ai tempi del Coronavirus. Anziché compattarsi e cercare di risolvere insieme tutte le problematiche legate alla pandemia, l’essere umano torna indietro e ricade negli stessi errori, puntando il dito contro gli ebrei.
Dallo scoppio della pandemia, infatti, sono tornate le teorie complottiste secondo cui Israele e il popolo ebraico avrebbero creato il virus, che ha messo in ginocchio il pianeta, per controllare il mondo.
Razzisti americani, Turchia, Iran e palestinesi fanno parte della lunga lista di coloro che accusano il popolo ebraico, facendo schizzare l’antisemitismo alle stelle.
A confermare la tendenza è stato il rapporto dell’Istituto Kantor dell’Università di Tel Aviv che ogni anno fotografa la situazione riguardo l’odio antiebraico, che già nel 2019 ha fatto registrare un aumento del 18% rispetto all’anno precedente.
Il rapporto, per ovvi motivi, non comprende i dati relativi ai primi mesi del 2020, ma i ricercatori hanno avvertito che la pandemia in corso rischia di far impennare ulteriormente la percentuale dell’antisemitismo.
Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo, ha spiegato:
“Dall’inizio della pandemia Covid-19, si è registrato un aumento significativo delle accuse secondo cui gli ebrei, sia come individui sia come collettivo o come stato ebraico, sarebbero dietro alla diffusione del virus o ne trarrebbero direttamente profitto Il linguaggio e le immagini utilizzate indicano chiaramente un revival delle ‘calunnie del sangue’ di stampo medievale, quando gli ebrei venivano accusati di diffondere malattie, avvelenare pozzi o controllare le economie”.
Le conclusioni appaiono sempre le stesse. Quando il mondo vive un cambiamento negativo, l’antisemitismo aumenta in maniera vertiginosa, facendo riferimento a stereotipi vecchi e smentiti dalla storia.