Jeremy Corbyn è stato riammesso nel partito laburista inglese. Dopo la sospensione voluta dai vertici dei Labour nello scorso ottobre, sembrava che le strade di Corbyn e quelle dei laburisti inglesi non dovessero incontrarsi più.
E invece il verdetto di accusa in materia di antisemitismo emesso dalla Commissione dei Diritti Umani Britannica, che aveva portato al provvedimento, si è concluso solamente con l’esclusione di Corbyn dal gruppo parlamentare dei laburisti.
Ma allora dove sono finiti i buoni propositi del nuovo segretario Keir Starmer, che solo tre settimane fa aveva commentato così il verdetto della Commissione:
“È il nostro giorno della vergogna. Chiedo vivamente scusa per il dolore che il mio partito ha causato. Le conclusioni del rapporto sono chiare e nette, ci sono stati errori da parte della leadership, che hanno provocato una cesura tra il partito e la comunità ebraica. Sono costernato per tutto ciò che questo ha provocato. Abbiamo profondamente deluso la comunità ebraica”.
Starmer aveva continuato:
“Mi riterrò soddisfatto solo il giorno in cui il Labour non sarà più associato alla parola antisemitismo: ma la strada è lunga. Chi ha negato questo problema, è parte del problema”.
E invece l’antisemitismo sarà ancora associato ai Labour inglesi, vista la decisione di riammettere Jeremy Corbyn all’interno del partito. Escluderlo dal gruppo parlamentare non è la degna conclusione che questa vicenda avrebbe meritato. È una soluzione che se fosse stata presa in Italia sarebbe stata additata come una cosa tipicamente italiana, dove la forma non riesce a nascondere il contenuto. Dove la volontà di decidere a metà equivale a non decidere.
Jeremy Corbyn non ha mai nascosto la sua avversione per il popolo ebraico e per Israele. Non ha mai nascosto, inoltre, non la legittima preoccupazione per le sorti del popolo palestinese martoriato dalla propria leadership, ma la sua propensione per i terroristi dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco nel 1972.
Escludere Corbyn dal nuovo corso del partito laburista inglese avrebbe significato rompere quella rete di connivenza che hanno caratterizzato la sua guida in materia di antisemitismo.