L’antisemitismo nel partito Laburista inglese continua a far discutere, così come il suo leader Jeremy Corbyn che in passato ha definito “amici” Hezbollah e Hamas, note organizzazioni terroristiche.
Nuove polemiche sono sorte con formulazione del codice di condotta del partito contro l’odio nei confronti degli ebrei. Codice che sì riprende solo in parte i dettami dall’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto, omettendo però diversi capisaldi contro l’antisemitismo: paragonare l’operato del governo di Gerusalemme al nazismo o l’accusa agli ebrei della maggiore fedeltà a Israele rispetto al proprio paese.
I tre più importanti giornali della comunità ebraica del Regno Unito hanno scritto che un esecutivo a guida laburista sarebbe “una minaccia esistenziale alla vita degli ebrei nel Paese”.
Gli animi si stanno inasprendo sempre di più. La testimonianza è stato il comportamento di Margaret Hodge, deputata ebrea di solito molto pacata e moderata, nei corridoi di Westminster, ha apostrofato Corbyn come “razzista” e “fottuto antisemita”.
Lo stesso Corbyn non ha mai nascosto l’esistenza di avamposti antisemiti all’intero del suo partito, garantendo una battaglia contro l’odio anti-ebraico in realtà mai veramente combattuta.
Un suo portavoce ha affermato che “un governo laburista non rappresenta alcuna minaccia per gli ebrei”, ammettendo però che “c’è molto lavoro da fare” nella lotta contro l’antisemitismo.
Jeremy Corbyn attirò su di sé le polemiche anche lo scorso novembre, quando disertò e non approvò le celebrazioni per i 100 della dichiarazione Balfour, che di fatto fu l’apripista per la nascita dello Stato d’Israele.
L’antisemitismo nel partito laburista inglese è la cartina di tornasole dell’odio anti-ebraico che sta infettando l’Europa, in cui si mischia il livore per Israele e l’avversione per il popolo ebraico.