Il comune di Barcellona potrebbe rompere il gemellaggio con Tel Aviv “per ragioni derivanti dal conflitto” israelo-palestinese.
A promuovere la fine del rapporto tra le due città è stata proprio la sindaca spagnola Ada Colau. Nel dicembre scorso David Bondia, “difensore civico” della città di Barcellona, ha esortato il Consiglio comunale a interrompere il legame di “amicizia e cooperazione” con Tel Aviv perché secondo lui:
“Questo gemellaggio non ha tenuto conto del cambiamento di circostanze intervenuto dopo la sua conclusione, non garantisce l’impegno per i diritti umani e non promuove relazioni internazionali che promuovono la giustizia globale … In questo accordo è stato concordato lo scambio di esperienze e conoscenze sulla gestione municipale, lo sviluppo di iniziative culturali, collaborazione sociale e progetti di cooperazione per migliorare le condizioni di vita della popolazione di Gaza”.
L’iniziativa, che si intitola “Barcellona con l’apartheid, no” ha raccolto circa 4.300 firme, sufficienti per discutere la questione nella plenaria municipale.
Questa storia è molto più grave di quello che si potrebbe credere a prima vista.
Il voto nel comune di Barcellona è previsto per il 27 gennaio, Giornata della Memoria, in cui si commemorano le vittime della Shoah. Coincidenze?
Il voto potrebbe sancire la fine di un gemellaggio nato nel 1998 sulla scia degli Accordi di Oslo. Interromperlo “per ragioni derivanti dal conflitto” starebbe a significare che Israele non abbia rispettato i patti norvegesi.
Gemellaggio che non riguardava esclusivamente Barcellona e Tel Aviv, ma anche Gaza, ed era stato ideato da M. Roni Milo, allora sindaco della Città Bianca, dopo un incontro con Yasser Arafat.
A Bondia andrebbe ricordato che se le condizioni di vita dei palestinesi di Gaza non sono buone, il dito va puntato contro chi gestisce la Striscia, ovvero Hamas, gruppo terroristico che pare scomparire ogni volta che si parla di conflitto israelo-palestinese.
A Bondia, inoltre, andrebbe chiesto se gli israeliani possano vivere a Gaza e cosa succederebbe loro se finissero nelle mani di Hamas.
Ma se il cuore è antisemita, difficilmente le azioni possono essere diverse.