Michele Monni è stato licenziato dall’Ansa, che ha sollevato il giornalista dal suo incarico per aver ingannato alti funzionari e militari israeliani, intervistandoli per conto di Hezbollah. La vicenda è stata definita così dal capo dell’Ufficio stampa governativo israeliano Nitzan Chen: “Si tratta di una cosa grave che sconfina nella frode e nella falsa testimonianza, e che va contro gli standard deontologici del giornalismo professionale”.
Monni ha filmato e intervistato figure importanti di Israele, fra i quali l’ex ministro della Difesa Amir Peretz, i parlamentari Tzipi Livni e Eyal Ben-Reuven e il militare Tomer Weinberg, fingendo di effettuare un reportage commissionatogli dall’Ansa sul decennale della guerra in Libano. Tutto falso. Nessun all’Ansa gli aveva dato questo incarico. La difesa di Moni è stata, se possibile, di gran lunga peggiore: visto che sostiene di esser stato ingaggiato da un produttore palestinese che gli avrebbe fatto credere di lavorare per BBC e Al-Jazeera, emittenti che hanno seccamente smentito.
Quindi Moni lavorava per l’Ansa, per la BBC o per Al-Jazeera? La risposta è solo una: Hezbollah.
Le sue speculazioni non finiscono qui perché il militare intervistato è Tomer Weinberg, ferito in servizio di pattuglia con i soldati israeliani rapiti e poi uccisi Eldad Regev e Ehud Goldwasser, accadimento che fece scoppiare la guerra in Libano nel 2006.
Questa storia ha messo in cattiva luce l’Ansa, che tramite il capo degli propri uffici in Israele, Massimo Lomanco ha fatto sapere di:
Non aver mai dato al giornalista freelance Michele Monni alcun incarico di intervistare le persone contattate per il servizio sulla guerra israelo-libanese del 2006. Monni non ha mai comunicato all’ANSA che stava facendo queste interviste. Inoltre, l’ANSA non ha mai pubblicato alcun intervista fatta da Monni per quanto riguarda quegli eventi.
L’agenzia in un secondo momento ha inviato una lettera di scuse all’Ambasciata di Israele in Italia, esprimendo preoccupazione sulle possibili ricadute che questo fatto potrebbe avere sui suoi reporter nello Stato ebraico.
L’Ufficio stampa governativo israeliano sta pensando di prendere provvedimenti a carico di Michele Monni, che ha messo in grosso imbarazzo tutto il giornalismo italiano.