Saeb Erekat, capo negoziatore palestinese, è attualmente curato da medici israeliani per grave una forma di fibrosi polmonare. A darne notizia è stato il sito web YnetNews secondo cui il presidente Abu Mazen ha incaricato Majed Faraj, il capo dell’intelligence, di sostituire temporaneamente Erekat, che è in lista di attesa per un trapianto in Israele e negli Usa.
Saeb Erekat, 62 anni, è capo negoziatore dell’Autorità Palestinese e Segretario generale dell’Olp, ed ha sempre sostenuto la delegittimazione dello Stato ebraico, gli attentati contro gli israeliani ed è conosciuto per le sue dichiarazioni ambivalenti, che cambiano a seconda della lingua usata e del pubblico.
Fra tutte, quando disse, in lingua inglese, che la sua famiglia si insediò in Israele “5500 anni prima della conquista di Gerico del popolo di Israele guidato da Giosuè” mentre a un’agenzia stampa araba dichiarò che la sua famiglia proveniva dalla penisola arabica.
Saeb Erekat non è il primo politico palestinese che ha usufruito del servizio sanitario israeliano. Prima di lui la moglie e la nipote di Ismail Haniyeh, il capo di Hamas; la sorella di Abu Marzouk, un importante funzionario di Hamas e la moglie di Abu Mazen. Erekat dice di odiare Israele e ne sostiene la delegittimazione ma poi beneficia delle sue eccellenze del suo progresso nel campo medico.
Semmai ce ne fosse bisogno, questa vicenda è l’ennesima conferma del comportamento di Israele nei confronti dei palestinesi. Non un popolo da sconfiggere, ma un popolo con cui fare accordi per il bene dei cittadini. Israele è accusato, senza alcuna fondatezza, di pianificare il genocidio dei palestinesi e invece ne ospiti molti nei propri ospedali.
Ma non solo, perché Israele non si occupa esclusivamente delle cure dei cittadini palestinesi, ma anche di quelle della sua leadership che davanti al mondo non fa altro che infangarlo.