Amnesty International e l’ossessione anti-Israele

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Niram Ferretti
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pregiudizio antisraeliano

Amnesty International e l’ossessione anti-Israele

amnesty-international-israele-progetto-dreyfusAmorevole è la cura che Amnesty International riserva nei confronti di Israele, molto più di quanto lo sia nei confronti dell’Iran o della Corea del Nord, amorevole nel sollecitare riprovazione, azioni di protesta, tutto in nome del binomio lessicale più di successo dei giorni nostri, “Diritti Umani”. Quelli dei palestinesi naturalmente, vittime per antonomasia delle “usurpazioni” ebraiche, nei territori occupati, per esempio, che in realtà sono contesi, privi come sono di un detentore sovrano legittimo, anche se gli inglesi del fu impero, li avevano destinati nel 1922 agli ebrei affinché potessero dimorarvi ovunque a occidente del Giordano.

Le cose cambiarono, quando ci si accorse che forse era più opportuno strizzare l’occhiolino agli arabi, e fu così, che nel 1937 la Commissione Peel propose loro circa l’80% dei territori ma essi dissero di no, come dissero di no nel 1948 alla Risoluzione 181 dell’ONU che riducendo il territorio per il focolare ebraico, aveva previsto che Giudea e Samaria, da sempre luoghi ebraici, diventassero islamici. Ma anche in quel caso gli arabi dissero di no e attaccarono Israele allo scopo di distruggerla. Però Amnesty International, che tutte queste cose non le sa o finge di non saperle, recentemente ha suggerito a Airbnb e Trip Advisor di boicottare gli insediamenti nella cosiddetta Cisgiordania in quanto le compagnie in questione non terrebbero conto che essi sarebbero illegali in base a una inesistente “legge del diritto umanitario”, in altre parole in base alle risoluzioni ONU che giuridicamente non sono vincolanti per nessuno e sono state volute e votate massicciamente dagli Stati arabi.

E’ dal 1967 ad oggi che gli arabi, in combutta prima con l’ex Unione Sovietica e poi con satrapie, teocrazie e dittature varie, hanno imposto a Israele lo stigma della occupante e della delinquente.

Amnesty International che già si è avvalsa della collaborazione illustre del forsennato BDS ex Pink Floyd, Roger Waters, deve però pur fare il suo lavoro, sempre più selettivamente politicizzato e ideologizzato. In questo senso, per la ONG britannica, Airbnb e Trip Advisor lucrerebbero addirittura su “crimini di guerra”. Sì, un po’ come quelli su cui lucrava il governo di Vichy spossessando gli ebrei e mandandoli a morire nei campi di concentramento durante il periodo di un’altra occupazione, quella nazista a cui quella israeliana dei territori viene sovente paragonata. Ed è stato recentemente che, sempre Amnesty International, durante i tumulti ai confini di Israele e Gaza, cominciati il marzo scorso, in virtù dei quali Hamas tentava di infiltrare i propri miliziani nello Stato ebraico, ha chiesto che le venisse applicato l’embargo delle armi. Si rendeva necessario in virtù degli “omicidi” commessi dai soldati dell’IDF nei confronti di “inermi e pacifici ragazzi”, anche quando la maggioranza delle vittime è poi risultata essere appartenente a Hamas e alla jihad islamica.

Questi sono dettagli marginali, specificazioni deboli per chi si batte strenuamente per i Diritti Umani, soprattutto di coloro i quali, dal 1948 in poi (per non retrodatare troppo alle violenze arabe degli anni Trenta contro gli ebrei guidate dal filonazista Amin al Husseini), desiderano ardentemente la scomparsa di Israele.

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