Le infezioni batteriche spesso contratte in ospedale possono causare sepsi e morte. Particolarmente a rischio sono i pazienti immunocompromessi in cui il sistema immunitario, normalmente deputato a combattere virus e batteri, è debole o assente. Trovare quindi sostanze in grado di contrastare le infezioni è di fondamentale importanza per garantire sicurezza ai ricoveri ospedalieri.
Il gruppo di ricerca diretto dal Dott. Lewis all’università Ben-Gurion del Negev ha scoperto che la proteina umana Alpha1-antitripsina (hAAT) può agire come potente antibatterico: nello studio, pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Infectious Diseases, alcuni topi sono stati prima infettati con differenti ceppi batterici, quindi “curati” con l’hAAT. Di fatto, in questi animali si osservano una netta riduzione della carica batterica e l’aumento della loro sopravvivenza, dimostrando che l’hAAT nei topi sconfigge l’infezione e li fa sopravvivere.
“Immaginate di far inalare l’hAAT ai pazienti ospedalizzati per lunghi periodi in zone ricche di batteri”, dichiara il Dr. Lewis. Non solo, quindi, l’hAAT ha la capacità di uccidere i batteri, ma potrebbe anche essere impiegata nella prevenzione delle infezioni in individui a rischio come i pazienti immunocompromessi.