Il 30 dicembre 2012 Erdogan (Primo Ministro della Turchia) ha incontrato Ahed Tamimi, allora tredicenne, a Şanlıurfa capoluogo dell’anonima provincia, che conta circa 450.000 abitanti di diverse etnie: curdi, turchi e arabi. Fino all’inizio del secolo la popolazione della città era per un terzo costituita da cristiani, soprattutto armeni, decimati dal genocidio del 1915-16 o emigrati per non essere decimati.
Ahed assieme alla madre Neriman Tamimi ha fatto colazione in albergo con Erdogan e dopo averci parlato, l’allora Primo Ministro oggi Presidente ha elargito alcuni regali sia a lei, sia alla famiglia. “L’attrice”, protagonista di molti filmati di Pallywood e di molte provocazioni nei confronti dell’esercito israeliano e di cittadini israeliani si trovava in Turchia, perché premiata il 26 dicembre 2012 con il “Handala Courage Award”(Anatolia News Agency, Dayli News Turchia). La sua premiazione l’ha portata a presenziare a vari eventi in Turchia a sostegno della Palestina o presunta tale.
Oggi la Tamimi è tornata in libertà e i media si sono scatenati per la sua liberazione, elevando la piccola criminale a eroina contemporanea. Ha scontato una pena per aver provocato militari israeliani, come l’avrebbe scontata anche se avesse provocato militari americani, russi o turchi, sia ben chiaro. Ma a lei è stato riservato un tappeto mediatico che non è stato riservato ad altre eroine anonime e vere. L’Osservatorio dei Diritti Umani afferma che nella Repubblica Democratica del Congo circa 15.000 donne e bambine, vittime di guerra sono violentate ogni anno. Non parliamo poi delle violenze subite dalle donne Iazide, Cristiane e Curde in Siria e Iraq, ma anche in Ucraina. Non parliamo delle repressioni di cui sono vittime le donne iraniane. Ma quelle Donne, sono Donne con la D maiuscola, non fanno parte di un sistema mediatico che accredita anche il giornalismo più scadente, quello che non ha la preparazione per fare un reportage di livello, imparziale e si arrampica su fenomeni da barracconi, da stampa dozzinale. Donne vittime di inaudite violenze che non saranno mai ricordate per le violenze subite, anche se molte di loro hanno pagato con la vita.
Chissà come il conto in banca della famiglia di Ahed Tamimi lievita, tra regalie, pallywood e interviste pagate. Vediamo se fra dieci anni sarà ancor una passionaria per la causa palestinese o sfilerà sulle passarelle dei più importanti talk show…il passo da Pallywood a Hollywood è breve, i contenuti, talvolta grotteschi sono simili … spesso si fa carriera per incitamento, non per merito, perché la provocazione, giusta o sbagliata non può essere mai considerata un merito!