Nicholas Winton, “lo Schindler inglese” che salvò seicentocinquanta bambini ebrei dalla Shoah, si è spento questa settimana all’età di centosei anni. L’uomo aveva organizzato il recupero dei ragazzi da Praga, all’epoca occupata dai nazisti, e li aveva condotti in Gran Bretagna incurante dei problemi burocratici che aveva posto il governo inglese. Incredibilmente Winton, dopo aver salvato da morte certa un così alto numero di persone, rimase in silenzio per mezzo secolo non raccontando la sua straordinaria storia.
Nato a Londra nel 1909 da emigrati tedeschi di origine ebraica, Winton abbracciò il cristianesimo. Era un impiegato di ventinove anni alla Borsa di Londra quando un amico lo contattò per cancellare la settimana bianca che aveva organizzato per l’inverno e gli chiese di recarsi con lui in Cecoslovacchia. Arrivato a Praga fu subito allarmato dal flusso di rifugiati provenienti dalla regione dei Sudeti che i nazisti avevano da poco annesso. Terrorizzato dal pensiero che anche la Cecoslovacchia potesse cadere in mano a Hitler, e la popolazione ebraica deportata nei campi di concentramento, Winton decise di occuparsi del salvataggio del più alto numero possibile di bambini. Questo perché il governo inglese era troppo impegnato a recuperare gli intellettuali e i dissidenti politici e non aveva intenzione di assecondare le esose richieste di Winton.
Tornato in patria Winton si assicurò che ci fossero abbastanza case per ospitare i bambini e pagò una cauzione di cinquanta sterline per ognuno di loro, l’equivalente del costo del biglietto per tornare in patria in quanto ai ragazzi veniva concesso solo un soggiorno temporaneo. Per far sì che le famiglie fossero più disponibili a prendersi in carico i piccoli rifugiati Winton compilò una lista con nomi e foto. I primi venti bambini arrivarono in aereo, i rimanenti furono costretti a fare il viaggio in treno a causa dell’arrivo dei nazisti a Praga.
Sebbene simili operazioni furono condotte anche a Berlino e Vienna quella di Winton divenne la più famosa perché meglio organizzata e perché nessuno lo aiutò. In seguito l’uomo dichiarò che avrebbe voluto fare di più ma erano necessari tempo e denaro che lui non aveva. Dopo la guerra ha continuato ad occuparsi di persone bisognose e ha fondato numerosi istituti di beneficenza.
Curiosamente la sua storia è emersa solo nel 1988 quando la moglie Grete trovò in soffitta i documenti relativi all’operazione. Winton si giustificò dicendo che tutto ciò che era accaduto prima della guerra aveva perso senso durante gli eccidi. Grete organizzò anche, insieme alla BBC, una emozionante riunione con i suoi ragazzi durante uno show in prima serata. Nel 2002 un film ispirato alla sua storia è risultato vincitore dell’International Emmy Award, uno dei più prestigiosi premi televisivi al mondo.
Grazie ai riconoscimenti ottenuti, tra cui la nomina di cavaliere da parte della Regina Elisabetta e due statue nelle stazioni centrali di Praga e Liverpool, la sua figura, così umile e allo stesso tempo eroica, rimarrà un fascio di luce nel periodo più buio della storia umana.