Abu Mazen malato. È questa la notizia che scuote il Medioriente. Le condizioni di salute del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese hanno subito “un ulteriore peggioramento”.
Nel mese scorso Abu Mazen è stato ricoverato in un ospedale di Baltimora per un breve periodo. In quell’occasione, l’Anp aveva definito la degenza un controllo di routine che avevano fornito “risultati soddisfacenti”.
Le rassicurazioni, però, non avevano convinto i media arabi, dubbiosi sullo stato di salute del massimo esponente dell’Autorità Nazionale Palestinese.
La notizia della “presunta” malattia di Abu Mazen ha fatto scattare l’allarme sia in Israele, preoccupata della lotta alla sua successione.
I nomi che circolano sono diversi: il capo dell’intelligence Majd Faraj, il numero due di Fatah Mahmoud al-Alul, l’ex ambasciatore all’Onu Nasser Kidwa, un alto dirigente di Fatah Jibril Rajoub e Mohammed Dahlan.
Dahlan su cui si stanno concentrando le attenzioni di molti. Si dice che sia ben visto sia da Israele che dagli Stati Uniti e abbia resistenze all’interno di Fatah.
Secondo i media arabi è nella Striscia di Gaza che Dahlan gioca la sua partita decisiva.. I vertici di Hamas hanno fatto sapere di essere disposti alla formazione di un “governo di salvezza nazionale per il bene di Gaza” con Mohammed Dahlan.
Un portavoce di Hamas Ahmad Yusef ha affermato al giornale on line Watan Voice, di non avere l’intenzione di “ritornare ogni volta sui passati legami” di Dahlan con Israele:
“Dahlan era un rivale politico ora è un palestinese che cerca di costruire ponti con noi”.
Osama Hamdan, alto dirigente di Hamas, non ha usato mezzi termini:
“Dobbiamo abituarci a considerare Abu Mazen come qualcuno che fa parte del passato”.
Abu Mazen, 83 anni, è considerato politicamente finito dal una vasta parte della galassia araba-palestinese.