Davvero Papa Francesco ha chiamato Mahmoud Abbas, Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, “un angelo della pace” oppure ha solo espresso la speranza che diventi tale? A distanza di alcuni giorni è ancora difficile capirlo a causa delle diverse interpretazioni riportate dai maggiori media nazionali e internazionali. La stessa agenzia di stampa del Vaticano non ha voluto approfondire l’argomento, segno di un’ambiguità forse cercata.
Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha dichiarato alla stampa di non aver sentito le parole esatte del colloquio fra Papa Francesco e Abbas ma ha aggiunto che la medaglietta con l’angelo della pace è un regalo che la massima autorità religiosa cristiana ha consegnato a tutti i leader ospitati finora per incoraggiare un maggiore impegno nella ricerca della pace nel mondo. In altre parole l’espressione angelo sarebbe da contestualizzare e assumerebbe in questo caso il significato di messaggero, un concetto molto meno carico di simbolismi.
Associated Press, France Press e Reuters, forse le maggiori agenzie di stampa a livello mondiale, sono sicuri invece del contrario. Associated Press ad esempio ha scritto che: “Papa Francesco dopo aver mostrato ad Abbas il medaglione spiegandone il significato, ha sottolineato che si tratta di un regalo appropriato visto che Abbas è un angelo della pace.” Molti blogger e analisti hanno denunciato l’errore attribuendolo a un’errata traduzione dall’italiano o alla volontà di rafforzare il pregiudizio anti-israeliano dominante nei media internazionali.
Alcuni giornalisti potrebbero essere stati tratti in inganno dal fatto che nell’incontro Papa Francesco e Abbas hanno discusso del trattato fra Vaticano e ANP che sarà firmato nel prossimo futuro, trattato che gli esperti considerano il primo riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina.
Nel caso in cui il Papa avesse veramente pronunciato quelle parole dimostrerebbe una certa ingenuità e un’errata idea di cosa sta accadendo in Medio Oriente negli ultimi anni. Abbas è infatti colui a cui bisogna attribuire il fallimento dei colloqui di pace, il personaggio che più di tutti ha ostacolato ogni possibilità di intesa fra israeliani e palestinesi. Alla pari del suo predecessore Yasser Arafat, Abbas ha sempre evitato di impegnarsi in serie discussioni sulla possibilità di vedere in futuro i due popoli convivere pacificamente.
Il vero scandalo però è la domanda non fatta da Francesco: perché nel corso degli anni tutti i fedeli cattolici sono scappati dai territori controllati dai palestinesi per andare a vivere in Israele?