La Comunità Ebraica di Roma ha risposto a Rachele Mussolini che in un’intervista aveva affermato il troppo clamore attorno ai viaggi della Memoria, auspicandone anche altri simili nei gulag e nelle foibe, ma anche “Hitler era un novellino in confronto alle vittime fatte dal comunismo”.
La reazione sdegnata della Cer è tutta nelle parole ferme del vicepresidente Ruben Della Rocca:
“Certe dichiarazioni si commentano da sole, fino a quando ci sarà chi banalizzerà l’Olocausto, chi definirà Hitler un novellino o chi metterà sulla bilancia altre tragedie non potremo fare altro che continuare a organizzare questi viaggi a fare pedagogia per non banalizzare il male”.
Al viaggio della Memoria di quest’anno, organizzato dal Comune di Roma, hanno partecipato, oltre alla Cer, anche 128 studenti di 32 scuole romane, il presidente dell’Associazione calciatori Damiano Tommasi e Simone Perrotta (ex calciatore) e alcuni politici.
Nella stessa intervista rilasciata al Messaggero, Rachele Mussolini alla domanda su chi avrebbe potuto leggere con gli occhi del benaltrismo le sue dichiarazioni, aveva risposto:
“Lo scriva a caratteri cubitali: fu una macchia indelebile, magari anche figlia di quel periodo, ma non perdonabile. Chi mi conosce lo sa: l’ho sempre detto. Ma ho sempre trovato due pesi e due misure davanti a queste tragedie della storia”.
Non è certo minimizzando la Shoah che si rende omaggio ad altre vittime. Eludere un problema sostenendo che ce ne siano altri più gravi, non aiuta a dare giustizia. Non aiuta nella misura in cui, ancora oggi negli stadi riverbera l’antisemitismo. Non aiuta che tifoserie calcistiche insultino i sostenitori avversari, utilizzando Anna Frank, una povera adolescente morta nei campi di sterminio per la sua colpa di essere ebrea.
La Shoah non è storia, è attualità. La sua minimizzazione e banalizzazione non rendono che necessari i viaggi nei campi di sterminio.