Per la prima volta nella storia sono esposte 450 opere che appartenevano agli ebrei prima che l’odio nazista ne facesse delle vittime innocenti. Suddivise in due mostre fra il Museo d’arte di Berna in Svizzera e la Galleria federale di Bonn, in Germania, il valore complessivo delle opere firmate da grandissimi artisti quali Picasso, Rodin, Chagall e Matisse, ammonta a circa un miliardo di euro.
I prestigiosi oggetti d’arte sono stati ritrovati cinque anni fa nell’appartamento di Cornelius Gurlitt, figlio del gallerista nazista Hildebrand, passato alla storia per essere “il ladro di Hitler”, uno dei quattro esperti d’arte più fidati dal cancelliere tedesco. Altri quadri erano in un’altra sua abitazione a Salisburgo.
Morto nel 2014, Cornelius dichiarò che non aveva mai sospettato che dietro queste opere ci fossero le nefandezze commesse dai nazisti nei confronti del popolo ebraico. Le due esposizioni hanno anche il grande merito di ricordare le “vittime degli espropri e dei furti oltre che gli artisti, collezionisti e mercanti d’arte perseguitati dal regime”.
Nina Zimmer, curatrice per l’arte del 900 del Kunstmuseum di Berna, ha spiegato il complesso lavoro effettuato:
“Per essere completamente sicuri, per questa esposizione abbiamo preso solo un terzo delle opere, quelle di cui siamo certi al 100% che non siano state rubate. Per gli altri due terzi stiamo aspettando che i piccoli dettagli finali chiariscano il loro status. Al momento non abbiamo alcun sospetto di casi di arte rubata all’interno di questo gruppo di opere”.
Le due mostre sono l’involontaria risposta agli ultimi fatti di cronaca riguardanti la Shoah: fra tutti le figurine di Anna Frank con cui due tifoserie di calcio hanno voluto “offendere” i rivali cittadini. In queste settimane ci si è chiesti il motivo di una tale eco.
È semplice, perché durante la Shoah il popolo ebraico non ha combattuto alcuna guerra. Non era parte in causa del conflitto, ma esclusivamente vittima di chi ha pianificato la sua cancellazione della faccia della Terra.