La banca congolese e i sospetti bonifici a Hezbollah. È quanto è emerso durante la presentazione del rapporto “The Terrorists’ Treasury”, pubblicato da The Sentry, il gruppo di investigatori dell’Ong statunitense Enough, secondo il quale la BGFI-Bank RDC avrebbe autorizzato dei trasferimenti di denaro verso imprese e individui della rete che finanzia Hezbollah:
“Le stesse banche utilizzate dai governi cleptocrati per sottrarre fondi pubblici, possono anche essere usate per finanziare le reti terroristiche. Questo è ciò che è avvenuto in una grande banca della Repubblica democratica del Congo (RdC)”.
Uno dei primi gruppi finanziari dell’Africa Centrale avrebbe così aiutato a finanziare la rete terroristica libanese, violando le sanzioni Usa. Il direttore della banca è Francis Selemani Mtwale, fratello adottivo del presidente congolese Joseph Kabila e cresciuto con lui nel corso dell’esilio in Tanzania.
Gli investigatori Usa sostengono che sono i cinque trasferimenti di soldi sospetti, avvenuti nel 2001 e diretti a imprese legate a Kassim Tajideen.
Chi è Kassim Tajideen? È un uomo d’affari libanese-belga che gli Stati Uniti avevano iscritto nella lista degli individui sottoposti a sanzioni a causa del suo sostegno al gruppo terroristico Hezbollah, arrestato il 12 marzo scorso ed estradato in America, dove è accusato di “cospirazione, frode e riciclaggio”.
A essere ancora più grave secondo The Sentry è che le transazioni siano andate avanti nonostante i moniti di alcuni dipendenti verso i loro superiori, che non hanno preso alcun provvedimento in merito. Transazioni che era destinate ad alcune imprese legate a Congo Futur, anch’esso sotto sanzioni statunitensi, diretto da uno dei fratelli di Tajideen.
The Sentry ha chiesto a Unione Europea e Usa di emettere nuove sanzioni contro la BGFI-Bank RDC, che ha smentito tutte le accuse.
Lambert Mende, portavoce del governo congolese, ha affermato: “Ogni giorno escono rapporti come questi, la cosa ci stanca un po’”.