Palermo e la nuova sinagoga. Sembrava un’impresa impossibile, una di quelle destinata a rimanere solo nelle buone intenzioni. E invece, questa volta, lo sforzo è stato ripagato. La protagonista di questa storia è Evelyne Aouate, ebrea francese di origine algerina, rimasta a vivere in Sicilia dopo un viaggio:
“Tutti mi dicevano: tu vuoi una sinagoga a Palermo, ma se non ci sono gli ebrei a che serve? Mio fratello Albert mi incoraggiava: aprila e vedrai che arriveranno”.
La scommessa è stata vinta: domenica prossima, 10 settembre, in occasione della Giornata europea della cultura ebraica, sarà possibile visitare quella che da qui a breve diventerà il nuovo tempio ebraico di Palermo, nell’ex Oratorio di Santa Maria del Sabato, nella vecchia Giudecca.
Questa bella storia inizia tre anni fa, quando il rabbino Pierpaolo Pinhas Punturello, chiese a Evelyne di organizzare un seminario sull’ebraismo. Il fondamentale aiuto di Luciana Pepi e Miriam Ascoli, la disponibilità dell’arcivescovo Corrado Lorefice, che ha concesso i locali, e il sindaco Leoluca Orlando (il Comune di Palermo finanzierà la ristrutturazione) hanno fatto il resto.
Pochi giorni fa è stata proprio Evelyne, che ricopre il ruolo di presidente dell’Istituto Siciliano di Studi ebraici, a guidare un piccolo gruppo di persone che ha ripulito la sinagoga, tanto da renderla visitabile e accessibile a tutti coloro che vogliono scoprire il forte legame tra la Sicilia e il popolo ebraico.
L’apertura del tempio ebraico di Palermo è prevista per il 2018, a più di 500 anni di distanza da quando gli ebrei vennero cacciati dall’isola e fa parte di un progetto più ampio spiegato dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni:
“C’è un vero e proprio Rinascimento ebraico. Di recente abbiamo istituito una sezione di Palermo che dipende dalla Comunità di Napoli e poi lavoriamo sia sul versante culturale per far conoscere la storia, la lingua e le tradizioni ebraiche, che su quello del culto, non solo per gli ebrei che vogliono stabilirsi in Sicilia, ma anche per le persone non praticanti in cerca delle loro radici dimenticate. Puntiamo anche ad una mappatura dei beni storici e archeologici della regione (presto presenteremo un progetto ai Beni Culturali) e alla valorizzazione dell’aspetto turistico ed eno-gastronomico. Senza dimenticare il nostro ruolo di intermediazione nel rapporto con Israele: il Meridione è strategico per vicinanza geografica (da Tel Aviv ci sono i voli diretti per Catania) e culturale. Il tema dell’accoglienza è fondamentale per gli ebrei della diaspora così come per la Sicilia, primo approdo degli immigrati”.