Un cittadino marocchino è stato espulso ieri con un provvedimento firmato dal ministro dell’Interno Marco Minniti. A essere rimpatriato è stato Laaraj Noureddine, 37 anni, già in carcere per detenzione di stupefacenti e spaccio, che secondo alcuni testimoni voleva avvelenare la rete idrica di Roma e commettere atti violenti in Vaticano, dove non avrebbe avuto alcun problema a entrare.
In prigione aveva conosciuto Hmidi Saber, con cui si è macchiato di episodi puniti dall’ordinamento penitenziario. Tra questi, uno in particolare avvenuto lo scorso giugno: i due realizzarono una spedizione punitiva contro un altro detenuto, che mal sopportava il rumore della preghiera.
Laaraj Noureddine è stato recluso in diversi istituti di pena – a causa delle intemperanze nei confronti di altri detenuti di fede non islamica – in cui sono state raccolte varie testimonianze secondo cui il 37enne aveva salutato con favore gli attentati dell’Isis e aveva definito l’attentato al Museo del Bardo di Tunisi del 2015 “una giusta risposta all’intervento militare della Coalizione internazionale nei Paesi di religione musulmana”.
La Digos, una volta definito il quadro probatorio, ha ottenuto dal ministro Marco Minniti il provvedimento di allontanamento dall’Italia, in cui si legge che Laaraj Noureddine:
“Inoltre, in carcere aveva fatto parte di un sodalizio attivo nel proselitismo estremista guidato da un altro jihadista tunisino legato all’ideologia dell’autoproclamato stato islamico”.