L’archeologia a Gerusalemme sta portando alla luce incredibili scoperte. L’ultima in ordine di tempo è stata il ritrovamento di alcuni oggetti datati 600 anni A.C., che confermano il rogo appiccato a Gerusalemme dai Babilonesi. Tra gli artefatti rinvenuti dagli archeologi dell’Israel Antiquities Authority si contano ceramiche, semi di vite e anche ossa bruciate: tutti ricoperti dalla cenere. I sigilli visibili sopra questi oggetti hanno reso possibile la loro precisa datazione.
Joe Uziel, che guida il programma di scavi, ha spiegato:
“Si tratta di sigilli caratteristici del periodo di costruzione del Primo Tempio. Erano utilizzati per funzioni amministrative tipiche della fine del della dinastia giudaica. Non sembra che le costruzioni edificate nella città di David siano state distrutte in una singola occasione, ma che alcune siano state buttate giù, altre abbandonate”.
I ritrovamenti effettuati a Gerusalemme testimoniano il rogo babilonese ai danni della capitale d’Israele così com’è scritto nel libro di Geremia:
“Nel quinto mese, il dieci del mese, essendo l’anno decimonono del regno di Nabucodònosor re di Babilonia, Nabuzaradàn, capo delle guardie, che prestava servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a Gerusalemme. Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme, diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili”.
Gerusalemme, popolo ebraico e Israele. Un legame indissolubile, storico e culturale che non potrà mai venire meno, a prescindere da cosa si tenta di fare nelle stanze di organizzazioni ormai vuotate di ogni autorità.