Biella ha revocato il permesso all’Anpi di proiettare nelle scuole il film “Israele, il cancro”. Agli istituti scolastici della provincia piemontese era stata chiesta ospitalità dall’associazione nazionale partigiani della Valle Elvo, senza però specificare la natura di un “documentario” viziato da un pregiudizio contro Israele.
Dagli ufficiali provinciali hanno spiegato di aver avuto modo di capire di cosa trattasse solo dagli organi di stampa, grazie a cui è stato scoperto che la proiezione non era un documentario come indicato inizialmente dall’Anpi ma un “film di una registra, che ha come caratteristica la narrazione di fatti e avvenimenti interpretati secondo il suo pensiero, e quindi in modo non oggettivo”.
Determinante per la cancellazione dell’iniziativa negli istituti di biella l’intervento dell’Osservatorio Solomon, l’associazione senza scopo di lucro che ha il proposito di offrire una tutela ai fondamentali diritti dell’uomo contro ogni genere di discriminazione.
Il presidente della provincia, Emanuele Ramella, ha affermato:
“Gli istituti scolastici non sono il luogo deputato a ospitare eventi che possano rappresentare un pensiero di parte su argomenti di rilievo politico, che vanno affrontati in altre sedi. Ho dunque ritenuto opportuno, oltreché corretto, revocare la concessione di utilizzo dell’aula scolastica concessa dal responsabile”.
Sulla vicenda è intervenuta la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, che ha scritto una lettera al Presidente nazionale dell’Anpi Carlo Smuraglia e al suo omologo per la Provincia di Milano Roberto Cenati per chiedere che l’Associazione degli ex Partigiani d’Italia impedisca a una propria sezione di rilasciare il patrocino per la proiezione “di un film di una nota attivista antisionista ed antisemita” in una scuola.
Poniamoci alcune domande su questa storia che ha contorni chiaroscuri.
Perché la provincia di Biella in un primo momento aveva dato l’assenso alla proiezione di un film senza neanche conoscerne i contenuti?
Come mai alcune sezioni dell’Anpi continuano a promuovere attività e bugie su Israele?
La cosa più inquietante della vicenda è che il documentario contro lo Stato Ebraico avrebbe dovuto avere come teatro le scuole, luoghi deputati all’istruzione e alla formazione dei giovani e non a una visione di parte, accecata dall’odio e dal pregiudizio.