Nella lettera del Comitato del Sì al referendum, in programma il 4 dicembre prossimo, spedita agli italiani residenti a Gerusalemme c’è un grossolano errore: oltre il nome e l’indirizzo, la nazione riportata non è Israele ma Palestina. Errore ricondotto all’Aire da un portavoce del Comitato secondo cui negli archivi dell’Anagrafe degli italiani all’esterno Gerusalemme si troverebbe ancora nella Palestina del mandato britannico.

L’Aire, dal canto suo, ha rispedito la palla al mittente, facendo filtrare la propria estraneità in merito all’accaduto.

La polemica è rimbalzata da Italia a Israele, da una segreteria politica all’altra, da un ufficio del Bel Paese a un altro per tutta la giornata di ieri, che ha fatto registrare due correnti di pensiero. Una fa capo a una gaffe, semplice e grossolana nello stesso tempo, di chi ha posto la nazione sbagliata; l’altra a una precisa volontà politica di estrapolare Gerusalemme da Israele.

Polemica che questa mattina è presente su quasi tutti i quotidiani, che hanno ricostruito una vicenda che ancora non è molto chiara.

Il Comitato “Basta un sì” ha provato a gettare luce sulla propria pagina Facebook

“Gli indirizzi registrati dall’Aire che sono stati forniti al nostro Comitato contenevano un errore materiale, che indicavano per tutti i recapiti di Gerusalemme l’indicazione come Stato di Palestina. Questo errore, al quale siamo evidentemente estranei, è stato trasferito nostro malgrado alle lettere che sono state inviate da Matteo Renzi agli elettori italiani all’estero. Abbiamo subito e, come si può vedere siamo pronti a un nuovo invio con l’indirizzo corretto e l’indicazione come Stato di Israele”.

L’unica cosa che potrebbe sembrare banale, ma non lo è, è che Gerusalemme è la capitale d’Israele, nato nel 1948 da un sogno divenuto realtà.