La Corte d’Appello di Milano ha confermato l’assoluzione, decisa dal gup il 10 giugno del 2015, per due esponenti di Casapound, Matteo Ardolino e Marco Clemente, accusati di apologia di fascismo per avere fatto il saluto romano nel corso della commemorazione, nell’aprile di due anni fa, dello studente Sergio Ramelli ucciso da Avanguardia Operaia, di Enrico Pedenovi vittima di Prima Linea e del militare e poi repubblichino Carlo Borsani.
Il sostituto pg Annunziata Ciaravolo e l’associazione nazionale partigiani Anpi si erano costituiti parte civile e avevano chiesto la condanna a 6 mesi di reclusione per i due imputati.
La Corte ha scritto nelle motivazioni che i due imputati hanno compiuto i “gesti rituali del disciolto partito” fascista, ma “non è chiaro” se “il loro comportamento abbia superato il confine della commemorazione per giungere alla condotta diffusiva” dell’ideologia.
Gli accusati, difesi dai legali Vanessa Bonaiti e Jacopo Cappetta, hanno sì fatto un chiaro richiamo all’ideologia fascista, ma secondo il giudice “appaiono dubbie la volontà e la capacità diffusiva della manifestazione stessa”.
I giudici, citando sentenze della Corte Costituzionale, hanno ricordato che costituiscono reato le manifestazioni nelle quali i “gesti di richiamo all’ideologia fascista siano svolti in occasione di una riunione pubblica” e “che vi sia il dolo, anche generico, di volere diffondere ideologia”, con atteggiamenti “tali da porre in pericolo l’ordine democratico”.
In sostanza è stato ribadito il carattere commemorativo dei fatti risalenti all’aprile 2014, fatta per ricordare “la morte di tre persone, uccise nell’ambito di una violenta lotta politica, a causa della loro adesione a una ideologia”.
Matteo Ardolino e Marco Clemente “hanno sfilato in assoluto silenzio, con un atteggiamento di rispetto nella memoria delle vittime di violenza”, senza “innalzare cori inneggianti” o esprimere “propaganda e volontà di diffusione di un’ideologia”.
Nella marzo scorso, una sentenza della Cassazione aveva prosciolto altri sette militanti di estrema destra dall’accusa di apologia del fascismo per avere fatto il saluto romano nella medesima manifestazione. Fra cui, Roberta Capotosti, ex consigliere provinciale milanese di Fratelli d’Italia.