Moshe Weinberg, 33 anni, allenatore di lotta greco-romana, Yossef Romano, 31 anni, pesista, Yossef Gutfreund, 40 anni, arbitro di lotta greco-romana, David Berger, 28 anni, pesista, Mark Slavin, 18 anni, lottatore, Yakov Springer, 51 anni, giudice di sollevamento pesi, Ze’ev Friedman, 28 anni, pesista, Amitzur Shapira, 40 anni, allenatore di atletica leggera, Eliezer Halfin, 24 anni, lottatore, Kehat Shorr, 53 anni, allenatore di tiro a segno, André Spitzer, 27 anni, allenatore di scherma.
Per molti sono solo undici nomi, per altri sono solo undici atleti. Per noi sono undici persone che sono state barbaramente uccise in un massacro avvenuto esattamente 44 anni fa, nella notte tra il 5 e il 6 settembre 1972 a Monaco di Baviera durante le Olimpiadi estive, quando un commando di otto uomini dell’organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero fece irruzione nel villaggio olimpico negli alloggi destinati agli atleti israeliani. Due vennero uccisi immediatamente. Gli altri nove vennero tenuti in ostaggio per ore per poi morire insieme a cinque terroristi e un poliziotto nel corso di una sparatoria all’aeroporto con la polizia tedesca, che in quell’occasione dimostrò tutta la sua inefficienza. I fedayn, infatti, avvenano ottenuto quanto chiesto durante le trattive: un aereo per lasciare Monaco. I tre assalitori rimasti furono arrestati, ma rilasciati il mese dopo nell’ambito di un’altra trattativa: quella per il dirottamento sopra Zagabria di un aereo della Lufthansa.
Basterebbe questo per gettare più di un velo d’indignazione su una vicenda che ha visto morire undici atleti israeliani durante lo svolgimento delle Olimpiadi, dove dovrebbe essere esaltati valori presenti nella stessa Carta Olimpica; un documento ufficiale, approvato dal Comitato Olimpico Internazionale, che contiene un insieme di regole e linee guida per l’organizzazione dei Giochi olimpici e il governo del movimento olimpico, codificandone i principi fondamentali (fra cui la non discriminazione, l’uguaglianza di genere). Inutile (?) scrivere quanto il terrorismo non c’entri con i Giochi Olimpici e con lo sport in generale.
Quello che non lo è assolutamente è quanto emerso pochi mesi fa che getta, oltre all’indignazione, vergogna e disgusto su questa ignobile vicenda. Gli atleti israeliani, prima di essere uccisi, vennero picchiati e torturati, uno di loro addirittura evirato: Yossef Romano. A rivelarlo è stata moglie, che per venti anni ha taciuto un questo grande particolare scoperto nel 1992, quando insieme alla vedova Spitzer fu informata dal suo avvocato di rivelazioni raccapriccianti riguardo quella la notte che deve passare alla storia come la Strage di Monaco 1972. Senza se e senza ma…