Soltanto dopo essere usciti dalla schiavitù egizia, gli ebrei divennero Nazione. Soltanto dopo l’eclatante caso Dreyfus, divenuto emblema dell’antisemitismo europeo del XIX secolo, Theodore Herzl teorizzò l’ideale sionista e iniziò a lavorare attivamente per realizzare l’antico sogno ebraico di tornare nella Terra dei padri e raggiungere gli ebrei che non avevano mai abbandonato Eretz Israel.
Questa ciclicità particolare ha accompagnato il popolo ebraico in ogni sua era: con tempismo impressionante arrivava l’oppressione e con altrettanta puntualità gli ebrei ne uscivano rafforzati.
La vicenda dei Dreyfus, non solo come storia dell’era moderna, ma anche come vissuto familiare, non fa eccezione, e 110 anni dopo la fine dell’Affaire, il cerchio si chiude con una tra le più belle rivincite degli ultimi secoli.
Umiliato in un tribunale militare, il Capitano Alfred Dreyfus fu accusato e condannato ingiustamente per spionaggio e tradimento contro la Francia. Lui, ebreo francese, patriota decorato, fu esiliato e costretto ai lavori forzati a causa dell’antisemitismo che dilagava in Francia e soprattutto all’interno dell’esercito, alla fine dell’800. Il suo caso rappresentò un’ingiustizia ben studiata e foraggiata dall’odio antiebraico, dalla quale se ne uscì soltanto grazie alla mobilitazione di importanti giornalisti come Èmile Zola (con il suo celebre “J’accuse…!”) e al rinnovamento della classe politica francese.
Dall’inizio dell’Affare nel 1894, soltanto nel 1906 la condanna fu cancellata e Alfred Dreyfus fu reintegrato nell’esercito a pieno titolo. 110 anni e cinque generazioni dopo, Uriel Dreyfus, nipote del Capitano, è a capo di un tribunale militare. Non uno qualsiasi, ma quello dello Stato di Israele, lo Stato ebraico le cui radici politiche nacquero proprio in seguito alla ingiusta condanna di suo zio.
Molte cose sono cambiate in queste cinque generazioni. Gli ebrei hanno finalmente realizzato la propria autodeterminazione fondando l’unico Stato al mondo che possa proteggerli e accoglierli; prima hanno subito i pogrom nell’Est Europa e la Shoah, perseguitati e uccisi a milioni.
Oggi l’antisemitismo è ancora in auge, ma con una grande differenza: allo zio Alfred gli Europei chiedevano di tornarsene alla propria terra, in Palestina. Volevano gli ebrei fuori dall’Europa. Al nipote Uriel, oggi, gli antisionisti chiedono di andarsene da Israele, dalla propria terra, e di tornarsene da dove è venuto, in Francia.
Due facce della stessa medaglia.