Predappio torna a far parlare di sé. Dopo le mostre temporanee – ultima delle quali dedicata al giovane Mussolini – e le polemiche per gli oggetti fascisti presenti nei negozi del luogo, nel paese che diede i natali al Duce, il Comune ha deciso di organizzare un’esposizione permanente sul Ventennio nell’edificio dell’ex Casa del Fascio. A destare ulteriore scalpore è stato il nome dell’Istituto a cui è stato affidato il progetto: dell’Istituto Parri di Bologna, che nacque nei primi Anni 60 per iniziativa di alcuni intellettuali e protagonisti della Resistenza, con l’obiettivo raccogliere testimonianze e documenti che riguardavano l’opposizione dalla dittatura che interessò l’Italia per più di venti anni.
In Emilia-Romagna il nome Parri non può che essere associato alla Resistenza e sembra curioso che proprio questo Istituto si occuperà dell’organizzazione della mostra. Non la pensa così il direttore Luca Alessandrini che spiega, secondo lui, l’assoluta coerenza fra l’impegno assunto e la storia dell’Istituto:
Siamo nati nel pieno della guerra fredda da un’idea avuta da Ferruccio Parri nel 1949 . Parri voleva salvare l’esperienza storica dell’antifascismo mentre la guerra fredda sembrava fare passare in secondo piano la straordinaria esperienza unitaria della Resistenza. Per capire la Resistenza bisogna capire come il nostro Paese sia stato preda del fascismo. La biblioteca del Parri è la più importante in circolazione sul fascismo, abbiamo persino un fondo librario sul nazismo austriaco.
Per prima cosa bisognerà nominare un Comitato scientifico internazionale e un gruppo di lavoro con competenze museografiche, poi verrà costituita una Commissione consiliare che sarà tenuta al corrente di tutte le attività di progettazione. Il costo della mostra si aggira sui 3 milioni di euro: 2 milioni sono stati chiesti alla Regione, il resto sono in arrivo dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì.
In sintesi: un Istituto fondato su idee antifasciste si occuperà della mostra permanente sul fascismo…