Oggi la città di Torino e l’Italia sono volati alla volta di Israele per fortificare i rapporti con il Techinion, l’istituto tecnologico di Haifa. Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini visiterà l’ateneo con una delegazione, che comprende anche il rettore del Politecnico di Torino Marco Gilli, una delle realtà italiane che ha intensi rapporti con l’università di Haifa. Questa partnership è stata fatta oggetto di critiche da parte di alcuni docenti, ricercatori e studenti universitari, che ha messo sul banco degli imputati il Technion, reo secondo loro di portare avanti ricerche che danneggiano il popolo palestinese. L’incontro in questione servirà anche a questo: cementare il legame fra il sistema accademico italiano e israeliano.
Un segnale importante che arriva dal governo Renzi e dal ministro Giannini che già nel febbraio scorso era intervenuta in merito alla campagna in favore del boicottaggio accademico di Israele lanciato in Italia che aveva raccolto 312 firme:
Ho molto apprezzato la risposta data dalla Conferenza dei Rettori delle università italiane all’appello firmato da alcuni docenti universitari per il boicottaggio del Technion di Haifa. L’accusa è che in quella Università si faccia ricerca finalizzata anche a generare oppressione ai danni del popolo palestinese. L’Italia, la cui amicizia con Israele è profonda e che non sottovaluta la minaccia all’esistenza e alla vita dello Stato portata da gruppi terroristici, sostiene tutti gli sforzi negoziali per giungere a una pace duratura. Ma non è questo il punto. È l’idea stessa di progresso della scienza che, per principio, esclude la modalità del boicottaggio.