Questo pezzo di storia ripreso dal New York Times del 1947 ci riporta con impressionanti analogie alla situazione Israelo-Palestinese di oggi. Al tempo di questo articolo però non esisteva ancora Israele come Stato, ne tantomeno i “territori occupati” da rivendicare.
L’intifada dei coltelli con cui oggi Israele si ritrova un’altra volta a fare i conti, era evidentemente già presente allora, anche senza “territori occupati”e fa pensare ad un’ideologia basata sull’odio e l’intolleranza in cui i “borders” poco o niente avevano a che fare.
Gli anni 40, furono proprio gli anni in cui iniziò la campagna araba contro gli ebrei che “espropriano ed estromettono” gli arabi di Palestina (Mandato Britannico)- “E’ chiaro – scrisse re Abdullah di Transgiordania nelle sue Memorie – che gli arabi sono prodighi nel vendere terre almeno quanto lo sono nel piangere e lagnarsi” D’altra parte, notava l’Alto Commissario Britannico nel 1938, lamentare la perdita di terre è anche un modo per alzarne il prezzo. Da precisare che in quegli anni gli arabi non furono affatto estromessi, al contrario ne arrivarono anche da Paesi vicini aumentando sempre di più la loro popolazione.
Nel frattempo la comunità ebraica, benché fosse sotto mandato britannico, si affacciava a nuove realtà sociali, dando vita ad una moderna democrazia, , dotata di partiti, giornali e sindacati. Di fatto, uno stato ebraico già esisteva, come riconobbe la Commissione Peel, che infatti propose per la prima volta di dividere il Paese in due Stati. L’idea di spartire la terra tra i due popoli riemerge solo piu’ tardi,il 29 novembre 1947, con il voto dell’Assemblea Generale dell’Onu che raccomanda la suddivisione del mandato Britannico in due Stati, uno arabo ed uno ebraico. E’ la dichiarazione su cui si fonda la dichiarazione d’indipendenza dello Stato d’ Israele ( 14 Maggio 1948) alla quale però gli arabi si opposero.
Quando Abba Eban, Ministro degli Esteri Israeliano, offri’ un estremo compromesso per scongiurare la guerra, il segretario della Lega Araba Azzan Pasha’ gli rispose candidamente “ Il mondo arabo non vuole un compromesso. Non otterrete nulla con mezzi pacifici, noi ci sforzeremo di sconfiggervi. Puo’ darsi che la vostra proposta sia ragionevole ma il destino delle nazioni non viene deciso dalla logica”
In quegli anni fu grazie all’impegno degli ebrei se si svilupparono scuole, lavori di bonifica, nascita di citta’ industriali , realta’ del tutto nuove e probabilmente malviste e mal sopportate in un mondo ancora medioevale.
La lotta antiebraica assume cosi il suo volto di lotta contro il progresso e contro la civilta’. Chiamandosi paladini della causa palestinese gli stati arabi iniziarono sanguinose guerre contro il neonato Stato d’Israele che riesce comunque a difendersi ma i territori destinati agli arabi palestinesi caddero sotto occupazione Egiziana e Giordana.
Ergendosi a paladini dei palestinesi i paesi arabi sembrano i loro peggior nemici, usati ormai da Hamas come strumento di propaganda e terrorismo per continuare quella lontana lotta ed ideologia anti israeliana. Gerusalemme 1947, accoltellato ebreo da un arabo; Gerusalemme 2016, accoltellato israeliano ebreo da palestinese; Cosa e’ cambiato?