Cosa ha imparato l’Europa dalla Storia? C’è da chiederselo di fronte a notizie come quella sulla statua di Balint Homan.
Homan fu ministro del governo filonazista ungherese prima dell’occupazione tedesca del 1944, nonché l’artefice delle leggi razziali ungheresi, punto di partenza che avrebbe poi portato alla deportazione e allo sterminio di circa 600.000 ebrei dell’Ungheria. Questa è storia. La cronaca risale invece a qualche giorno fa, quando associazioni ebraiche e non sono dovute intervenire con una manifestazione di piazza per evitare che la Fondazione Homan – di estrema destra, neanche a specificarlo – erigesse una statua del ministro a grandezza naturale nella città di Szekesfehervar. Sembra tutto, ma il peggio deve ancora venire: stando alla stampa locale la fondazione, della quale fanno parte anche diversi esponenti del partito neonazista Jobbik, aveva ricevuto per il progetto finanziamenti comunali e statali.
Nella tragicità della notizia, fa sorridere leggere che la statua voleva essere un tributo a Homan “per ciò che fece per la città”; ricorda un po’ quei nostalgici fascisti che ancora affermano buffamente che Mussolini “bonificò l’Agro Pontino”.