Il programma nucleare iraniano e le primavere arabe hanno dato il via ad un processo di avvicinamento fra Israele ed alcuni paesi arabi. Ad affermarlo è il Direttore del Centro Studi su Israele di Amman, Abdullah Sawalha. Il think tank giordano è uno dei pochi nel mondo arabo ad occuparsi di Israele senza necessariamente delegittimarlo.
Sawalha è convinto che le primavere arabe abbiano determinato un cambiamento all’interno dei regimi del Medio Oriente: in seguito alla maggiore richiesta di democrazia e alla nuova attenzione sui temi di politica interna per i governi non è più possibile incolpare Israele di ogni problema. Ancora è presto per vedere collaborazioni su larga scala ma Sawalha si dice fiducioso che concreti passi avanti nel processo di pace con i palestinesi garantirebbero un enorme miglioramento nelle relazioni diplomatiche fra Israele e i suoi vicini.
Il Centro Studi collabora con persone in Israele e in Egitto. Quest’ultimo paese è fondamentale perché si tratta dell’unico dove vengono condotte traduzioni di testi dall’ebraico all’arabo. Fondata nel 2014, questa organizzazione non governativa ha come obiettivo lo studio della politica, della società e dell’economia israeliana per espandere conoscenza sullo Stato ebraico in tutte le nazioni arabe.
Il Direttore Sawalha, che recentemente ha partecipato ad un forum diplomatico internazionale all’Università di Bar-Ilan, non è preoccupato dalla presenza dello Stato Islamico ai confini del regno grazie alla preparazione dell’esercito, all’unità del popolo giordano rappresentata dal re Abdullah e al buon sistema educativo. La sfida più grande deriva dal milione e mezzo di rifugiati siriani che si sono riversati in Giordania e che ora stanno mettendo a dura prova il sistema di welfare del regno. Una buona soluzione a questo problema è rappresentata dal nuovo progetto in via di definizione che vedrà molti giordani varcare ogni giorno il confine con Israele per un posto di lavoro negli hotel di Eilat. Questo progetto, designato per alleviare la pressione sociale data dalla disoccupazione, vede già 150 persone assunte nei resort della città sul Mar Rosso con i due governi che aspirano a portare il numero dei lavoratori a 1500 in un anno.