Israeliani e palestinesi prima o poi faranno pace, parola di Benjamin Netanyahu. Il Primo Ministro israeliano, parlando a un gruppo di giovani leader tedeschi in visita in Israele, ha indicato che la pace non è così irraggiungibile ma che una riconciliazione deve necessariamente passare per profondi cambiamenti all’interno della società palestinese con una nuova guida politica come primo fondamentale passo.
“Non perdete la speranza: prima o poi emergerà una leadership palestinese che vorrà una pace genuina. Non una falsa pace, non una tregua tattica, una pace vera e giusta” ha affermato Netanyahu sebbene non abbia indicato quando si aspetta che questo momento arrivi e si sia inoltre detto non molto speranzoso per quanto riguarda l’immediato futuro. La colpa di questo secondo il Primo Ministro sarebbe da attribuire al rifiuto, da parte dei palestinesi, di riconoscere Israele come Stato ebraico “a prescindere dai confini”, una condizione chiave per qualsiasi accordo di pace perché “è giusto sapere che l’altra parte accetti il diritto all’esistenza d’Israele”.
Secondo Netanyahu il riconoscimento di Israele come Stato ebraico è la vera chiave di volta del processo di pace. Fino a quel momento Israele continuerà a “costruirsi culturalmente, economicamente e socialmente e a forgiare rapporti con tutti quei paesi arabi che vogliono la sconfitta delle ideologie medievali preferendogli la modernità. Il futuro del mondo, non solo quello dello Stato d’Israele, dipende dal successo in questa battaglia”.
All’incontro partecipavano circa 200 ragazzi tedeschi invitati dal Ministero degli Esteri israeliano per una visita mirata a migliorare i rapporti bilaterali fra i due paesi. Netanyahu ha parlato per circa un’ora concentrandosi soprattutto sui successi ottenuti da Israele nel campo della tecnologia e sulla sua visione personale dei problemi del Medio Oriente. In particolare il Primo Ministro israeliano ha definito il terrorismo islamico “non uno scontro fra civiltà ma un’aggressione alla civiltà”. Aggressione che Israele è lì a contenere e che ha reso alcuni Stati arabi consapevoli del fatto che è l’estremismo il loro nemico e non Israele.
Infine Netanyahu ha speso qualche parola sul falso concetto che vedrebbe Israele come uno Stato di stampo colonialista. Il Primo Ministro ha ricordato che sebbene Israele oggi è a tutti gli effetti uno Stato moderno, non è possibile marginalizzare il collegamento storico fra gli ebrei e la loro terra. “Eravamo qui già quattromila anni fa. Non siamo i belgi in Congo, né i francesi in Algeria, né gli spagnoli in Messico. Siamo qui da millenni. Riconosciamo che anche altri popoli sono qui e per questo dobbiamo coesistere”.