Il New York Times ha portato alla luce nuovi dettagli, sconosciuti a gran parte del pubblico internazionale, riguardanti il massacro degli 11 atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Oltre alle percosse subite durante le venti ore in cui sono stati tenuti sotto sequestro, gli atleti e lo staff hanno subito anche abusi fisici gravissimi tra cui la castrazione.
Ilana Romano e Ankie Spitzer, vedove di due degli atleti morti per mano del gruppo terroristico palestinese Settembre Nero, hanno discusso nel dettaglio queste crudeltà in un’intervista rilasciata lo scorso martedì.
Le vedove avrebbero avuto la possibilità di vedere alcune foto nel Settembre 1992 grazie alla mediazione di un avvocato ma acconsentirono alla richiesta di non discutere in pubblico dei dettagli. Precedentemente le autorità tedesche avevano negato l’esistenza di immagini o report riguardanti l’attacco e il tentativo di salvare gli ostaggi. Ora le due donne hanno deciso di farsi avanti per ottenere un pubblico riconoscimento per i loro mariti assassinati e per le altre vittime israeliane.
Il pesista Yossef Romano fu ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre cercava di sopraffare i terroristi nei primi momenti dell’attacco. Fu lasciato morire davanti agli altri ostaggi e castrato. Non è chiaro se la castrazione sia avvenuta prima o dopo la morte. Allo stesso tempo altri ostaggi vennero immediatamente picchiati con forza, alcuni di loro riportarono diverse ossa rotte. L’allenatore di scherma Andre Spitzer e un altro ostaggio furono uccisi durante l’assedio del Villaggio Olimpico. I restanti ostaggi morirono durante il tentativo di salvataggio avvenuto all’aeroporto.
Dopo decine di anni in cui si è cercato di dare un riconoscimento ufficiale durante i Giochi Olimpici agli atleti israeliani assassinati, il nuovo Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach ha acconsentito a un momento di ricordo che si terrà alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016. Le due vedove stanno cercando di convincere il Comitato a ricordare ogni vittima separatamente in quanto vittime di un attentato terroristico.