Una scoperta fatta a Gerusalemme recentemente dall’autorità israeliana per le antichità potrebbe mettere fine a uno dei più grandi misteri dell’archeologia: l’individuazione della cittadella greca di Acra. La posizione esatta della famosa roccaforte costruita da Antioco IV per tenere sotto controllo Gerusalemme e il Monte del Tempio è oggetto di ricerca da moltissimo tempo e non è mai stata individuata a causa della scarsità di reperti che riconducono alla presenza greca a Gerusalemme. Da circa 100 anni, mentre proseguono gli scavi a Gerusalemme, gli studiosi avanzano diverse teorie sull’identificazione della fortezza conquistata dagli Asmonei.
Acra viene menzionata sia dal libro dei Maccabei che dallo storico romano Giuseppe Flavio. In particolare quest’ultimo scrive nell’opera “antichità giudaiche”: “dopo aver abbattuto le mura della città, ha costruito una cittadella [greco: Acra] nella parte bassa della città, perché era alta e si affacciava sul Tempio; fortificò con alte mura e torri e mise un presidio di macedoni ”
I ricercatori sono giunti alla conclusione, grazie agli scavi che vanno avanti da decenni, che la cittadella di Acra si trovava sulla collina della Città di David. Secondo i direttori Doron Ben-Ami, Yana Tchekhanovets e Salome Cohen gli scavi hanno permesso di ricostruire fedelmente lo schema abitativo della città alla vigilia della rivolta dei Maccabei nel 167 a.c. “I nuovi ritrovamenti indicano la creazione di una roccaforte fortificata costruita nella roccia che domina le ripide pendici della collina della Città di David. Questa roccaforte controllava tutti gli accessi al Tempio e recideva i collegamenti di questo con la parte meridionale della città.”
I ricercatori hanno portato alla luce un tratto di mura che serviva come base per una grande torre di guardia larga quattro metri e alta venti. Inoltre sono presenti strumenti difensivi progettati per tenere lontani dalla base della parete eventuali aggressori. A rafforzare ancora di più la tesi ci sono fionde, frecce e pietre ritrovate nel sito su cui è presente il tridente, simbolo del regno di Antioco Epifane. I ricercatori credono che queste armi siano i resti delle battaglie intraprese dagli Asmonei nel tentativo di conquistare la cittadella, vera e propria spina nel fianco per la città.
Secondo alcune fonti storiche, fra cui i racconti di ebrei ellenizzati, la roccaforte era abitata da mercenari che rendevano difficile la vita agli abitanti di Gerusalemme. Solo nel 141 a.c., dopo un lunghissimo assedio che ridusse alla fame la guarnigione greca nella fortezza, Simone Maccabeo riuscì a costringere Acra alla resa. Questa scoperta si somma a quella avvenuta lo scorso anno in cui vennero ritrovate monete e vasi risalenti ai regni di Antioco IV e Antioco VII. La Fondazione Elad finanzierà ulteriori scavi per trovare nuovi reperti risalenti a una delle dieci diverse culture antiche che si sono affacciate a Gerusalemme.