Profanate tombe ebraiche sul Monte degli Ulivi

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Mario Del MonteEditor
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Israele

Profanate tombe ebraiche sul Monte degli Ulivi

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Un cimitero ebraico di Gerusalemme Est è stato profanato ed incendiato questa mattina. Circa dieci tombe sono state distrutte o danneggiate, gli alberi e i cespugli nelle vicinanze sono stati tutti bruciati in quello che i Vigili del Fuoco, intervenuti sulla scena per evitare che le fiamme si espandessero ulteriormente, sono sicuri sia un incendio doloso. Tra le tombe profanate c’è anche quella del nonno paterno del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, Rabbi Nathan Mileikowsky.

Il Monte degli Olivi, la zona dove si trova il cimitero, è stato più volte colpito da simili atti di vandalismo, una situazione che ha obbligato il governo israeliano a rafforzare la presenza delle forze di polizia. In effetti l’incremento delle misure di sicurezza ha garantito una diminuzione degli incidenti, soprattutto quelli perpetrati da attivisti musulmani di Gerusalemme Est. Le grandi dimensioni del cimitero hanno però consentito ai vandali di agire senza essere individuati e non è stato possibile prevenire l’ignobile profanazione.

Alcuni residenti della zona si sono detti sorpresi dell’accaduto in quanto incidenti del genere non si erano mai verificati. La maggior parte degli atti violenti si era sempre concentrata nella parte Sud-Est del cimitero, la cosiddetta “zona afghana”.

Nei mesi scorsi il dibattito politico israeliano aveva coinvolto il Monte degli Ulivi quando alcuni membri del Comitato per gli Interni della Knesset avevano criticato la polizia dopo aver effettuato un giro del cimitero lamentando una scarsa attenzione da parte delle forze dell’ordine nonostante le ingenti risorse allocate per risolvere la situazione.

In seguito all’incidente il Vice Comandante del Distretto di Gerusalemme, il generale Avshalom Peled, ha annunciato che saranno installate centosessanta nuove telecamere di sicurezza e che i controlli verranno aumentati grazie all’invio di altri uomini nella zona. Inoltre Peled ha invocato la costruzione di una recinzione, una mossa più volte rinviata dalle autorità, per garantire la sicurezza del cimitero.

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