Oggi Oskar Groening, conosciuto anche come “il contabile di Auschwitz”, è stato condannato alla pena simbolica di quattro anni di carcere, alla veneranda età di 94 anni.
L’accusa è di complicità nell’uccisione di circa 300.000 ebrei durante la Shoah. Il nazista stesso aveva confessato in tribunale le proprie responsabilità ed aveva ammesso anche di aver sequestrato i beni dei deportati per poi spedirli alla centrale delle SS a Berlino. Per quanto accadde nel lager – e stiamo parlando di 1 milione di ebrei morti solo ad Auschwitz – qualche mese fa si era detto dispiaciuto. Non è ancora chiaro se la pena sarà scontata in carcere, in un istituto di cura oppure ai domiciliari.
Qualcuno ora griderà alla pietà verso un vecchio. Quella pietà che lui, né i suoi colleghi, ebbero con i NOSTRI anziani. Con le nostre donne. Con i nostri bambini, neanche con i nostri neonati.
No, lo sbaglio non è ora fargli scontare 4 anni di pena, lo scandalo lo ha commesso il mondo intero, che ha lasciato vivere in pace Groening come Priebke, come tutti gli altri boia nazisti, per un’intera vita. Addirittura Groening era stato già indagato negli anni ’70, senza che la giustizia tedesca desse seguito al procedimento giudiziario.
Ora l’SS avrà un centesimo di ciò che si sarebbe meritato, e a differenza di quella ex deportata che gli tese la mano, io dico che nessuno potrà renderci le nostre famiglie. Nessuno ha potuto alleviare le atroci sofferenze che hanno patito i nostri parenti. Nessuno potrà mai cancellare gli orrori commessi nei campi di sterminio nei confronti degli ebrei, e con numeri e modalità differenti anche degli oppositori politici, dei Rom, degli omosessuali, dei testimoni di Geova.
Io non dimentico e non perdono.