È magnifico che a vincere la competizione tra startupper italiani all’Expo Milano siano stati due ragazzi che con il loro progetto aiutano chi è meno fortunato, portano giovamento alla società e pongono l’accento sull’impegno sociale. Si tratta di Nicholas Caporusso e Gianluca Lattanzi, due giovani pugliesi che hanno
lanciato la startup dbGlove, dei guanti speciali utili soprattutto alle persone sordo-cieche.
Come è chiaramente descritto sul sito web del prodotto, per una persona sordo-cieca risulta fondamentale trovare delle strategie per l’inclusione sociale e una delle vie principali è imparare a scrivere. Esistono ovviamente alfabeto come il Braille e il Malossi, ma una persona che oggi non sia in grado di accedere almeno in parte alla tecnologia piuttosto che alla carta stampata, e che non sia in grado di comunicare a lunghe distanze piuttosto che con persone che si trovino nella stessa stanza, risultano di fatto escluse dalla maggior parte delle dinamiche sociali.
È proprio per questi motivi che dbGlove è stata considerata una opportunità unica per le persone che vivono troppo spesso nell’ombra e che hanno il bisogno di essere incluse e non più emarginate dal più alto numero possibile di lavori e di attività sociali. Questi guanti sono stati pensati per sfruttare il senso più sviluppato di chi è sordo e cieco: il tatto. Attaccati al guanto vi sono dei tasti con le lettere in Braille che trasmettono i messaggi scritti ad uno smartphone in grado di inviarli via messaggio. Al contrario, se un testo viene ricevuto, bdGolve lo leggerà tramite una serie di vibrazioni. Per chi è parzialmente sordo o cieco, vi è anche la possibilità di far comparire o di ascoltare i testi da inviare e quelli ricevuti.
In questo modo chi è affetto da questo tipo di handicap potrà allargare le proprie relazioni sociali abbattendo i confini spazio-temporali ai quali sono costretti ora, ed avranno auspicabilmente più possibilità di cercare e trovare un lavoro.
Il contest è stato organizzato dal Ministero degli Esteri israeliano, Google Israel, Tel Aviv Campus e dalla Città di Tel Aviv, ed a concorrere per la finale vi erano anche le startup “Quattrocento”, un brand innovativo si occhiali personalizzabili, e “Kopjira”, un programma volto scovare le violazioni di copyright ed a combattere la pedo-pornografia.
Ora i vincitori avranno la possibilità di volare in Israele a settembre e di rappresentare l’Italia al concorso internazionale SMART TEL AVIV 2015, al quale parteciperanno startupper provenienti da 22 paesi.