Si è svolta lunedì 29 a Ginevra, di fronte al Palazzo delle Nazioni, la manifestazione, annunciata da molti giorni, che voleva denunciare la vergogna del documento presentato dalla commissione Shabas di fronte alla Commissione dell’ONU per i diritti umani.
Nonostante la grande pubblicità data a questa manifestazione in tutta Europa, e non solo, in piazza erano presenti meno di 1000 persone che, con bandiere, cartelli e grande entusiasmo, hanno risposto all’appello di decine di Enti del mondo intero. Dall’Italia sono arrivate quasi 300 persone, ma solo una ventina di loro erano iscritti a Comunità ebraiche.
Presentati da Terry Newman, a nome del World Jewish Congress, si sono avvicendati sul palco una decina di oratori; particolarmente interessanti le parole del colonnello inglese Richard Kemp, già comandante delle truppe di Sua Maestà in Afghanistan, che parlava con particolare competenza per essere stato egli stesso membro di Commissioni dell’ONU, quelle di Giuliano Ferrara, e quelle della signora Adele Raemer, nativa di New York ma residente in prossimità della Striscia di Gaza. La manifestazione si è chiusa con il canto della Hatikva intonata da tutti gli oratori e dai manifestanti.
Se pensiamo a quanto sta succedendo nel mondo in questi mesi, e alla cecità di coloro che dovrebbero prendere provvedimenti ben diversi da quelli ora proposti dalla Commissione Schabas, questa manifestazione, svoltasi con ordine, non lascerà, purtroppo, il segno che avrebbe dovuto lasciare. Ma sono le Comunità ebraiche che, per prime, devono riflettere sugli avvenimenti che stanno avvenendo un po’ ovunque e che sembrano riproporre situazioni purtroppo ben note a tutti noi; e dovranno riflettere anche coloro per i quali scriveva Ugo Volli: “L’ideologia è quello stato mentale che, se i fatti contraddicono quel che si pensa, abolisce i fatti…”