Dopo l’attentato terroristico che ieri ha colpito Yehuda Glick, rabbino ed attivista del Likud che si batte per il libero accesso degli ebrei al Monte del Tempio (o Spianata delle Moschee), questa mattina il sospettato Moataz Hejazi di 32 anni, è stato ucciso in uno scontro a fuoco dalle forze di polizia e dagli uomini dello Shin Bet, i servizi di sicurezza interna. Gli agenti avevano circondato la sua abitazione nel quartiere di Abu Tor, a Gerusalemme Est, per portarlo in centrale ed interrogarlo sull’attentato, quando Hejazi ha iniziato a sparare contro di loro e nella risposta al fuoco è stato ucciso. Ora le forze dell’ordine hanno sequestrato l’arma del sospettato per effettuare le dovute verifiche sulle eventuali implicazioni nell’attentato al rabbino Glick. Hejazi non era nuovo alle autorità israeliane: membro della jihad islamica, era stato rilasciato nel 2012 dopo 11 anni passati dietro le sbarre per il coinvolgimento in attività terroristiche.
Nel frattempo, Yehuda Glick, ricoverato presso l’ospedale Shaare Zedek di Gerusalemme, verte ancora in gravi condizioni e anche se la situazione si è stabilizzata, i medici sostengono che sia ancora in pericolo di vita. Glick, da sempre attivo nel movimento che vorrebbe permettere anche agli ebrei di pregare al Monte del Tempio, è stato colpito da tre pallottole al petto e alla pancia ieri sera, intorno alle 22.30 (ora locale, 21.30 italiane), quando il terrorista a bordo di una moto, dopo avergli chiesto se fosse lui Yehuda, gli ha sparato da distanza ravvicinata all’uscita dal Menachem Begin Heritage Center, nella capitale, dopo che aveva tenuto una conferenza.
Le forze di sicurezza israeliane sono tutt’ora al lavoro per ricostruire le dinamiche e per trovare con certezza i colpevoli, preoccupati anche del fatto che un attentato di questo genere non avveniva a Gerusalemme da anni.