Ieri sera, centinaia di membri della Comunità ebraica di Roma hanno ripercorso le vie del quartiere ebraico in ricordo della retata nazista del 16 ottobre 1943. Via della Reginella, Piazza Mattei, via Catalana, furono svuotate dalle SS, che riuscirono a catturare più di 1250 ebrei, di cui 207 bambini: 1024 furono deportati poi ad Auschwitz, ne tornarono 16 fra cui una sola donna.
Una manifestazione intima per condividere il dolore di quelle ferite non ancora rimarginate, ma anche un momento per farsi forza e guardare a cosa si è costruito fino ad oggi: una Comunità sempre più consapevole e legata ai valori ebraici, che mantiene vive le tradizioni e non abbassa la testa davanti alle minacce antisemite e antisioniste.
Volevano che non ne rimanesse neanche uno, ma oggi gli ebrei sono ancora qui, molti ritornati in Israele, uno Stato che può accoglierli senza farli sentire ospiti non desiderati.
Al termine della marcia, i fedeli si sono riuniti nella Sinagoga per ascoltare le parole dei sopravvissuti alla Shoah e per ascoltare i canti dei bambini delle scuole ebraiche, voci che hanno scaldato i cuori degli ex deportati, che proprio nei pronipoti trovano quel senso di rivincita sulla Storia.