Dopo Israele arrivano le lamentele dei sauditi per l’accordo Obama-Iran

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Mario Del MonteEditor
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Medio Oriente

Dopo Israele arrivano le lamentele dei sauditi per l’accordo Obama-Iran

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Il principe Turki bin Faisal al-Saud, membro importante della famiglia reale saudita, ha avvertito che qualsiasi accordo con l’Iran sul programma nucleare scatenerà una corsa agli armamenti in tutto il Medio Oriente, una prospettiva che per molti analisti destabilizzerebbe una regione già abbastanza volatile.

Parlando alla BBC, l’ex direttore dei servizi segreti sauditi ed ex ambasciatore negli Stati Uniti, ha voluto sottolineare l’atteggiamento aggressivo degli iraniani anche durante i negoziati, quella che secondo lui è la minaccia più grande alla pace nella regione. Inoltre ha tenuto a precisare che se verrà concesso all’Iran il diritto di arricchire l’uranio, altre nazioni come l’Arabia Saudita si riterranno autorizzate a dare il via ad altri programmi nucleari.

Sauditi ed israeliani condividono la stessa paura, quella di un Iran in grado, attraverso il possesso di armi nucleari, di imporre la propria egemonia su ampie porzioni del Medio Oriente. Da Teheran arrivano solo smentite e dichiarazioni che descrivono il programma come inteso esclusivamente per scopi pacifici.

Gli ultimi rapporti trapelati dalla Svizzera, dove si stanno svolgendo i colloqui fra l’Iran e le 6 potenze mondiali, parlano di un accordo che prevede il congelamento del programma nucleare iraniano per dieci anni in cambio di una riduzione delle sanzioni economiche imposte alla nazione del Golfo Persico. Per i sauditi questo non è abbastanza in quanto il programma nucleare è solo una minima parte della politica aggressiva iraniana: secondo Turki “l’Iran è già presente in vari conflitti all’interno dei paesi arabi come Yemen, Siria, Iraq, Palestina e Bahrein. Mettere fine al timore per lo sviluppo di armi di distruzione di massa non fermerà i problemi causati dall’Iran. Ad oggi sembra che l’Iran stia per espandere la sua influenza anche in Iraq e questo è inaccettabile.”Secondo fonti non confermate, nel caso in cui l’accordo raggiunto scontenti l’Arabia Saudita questa concederebbe agli israeliani l’utilizzo dello spazio aereo per raggiungere ed attaccare le infrastrutture iraniane. Infine Turki non vede di buon occhio l’intervento militare iraniano contro lo Stato Islamico perché il vero colpevole della situazione attuale in Siria, il Presidente Bashar al-Assad, è un fidato alleato di Teheran e questo gli garantirebbe una certa immunità.

Nel frattempo il Segretario di Stato Americano John Kerry ha rivelato alla CBS che le trattative si stanno concentrando sugli aspetti “politici” dell’accordo. Sebbene Kerry non abbia voluto approfondire la questione, è facilmente immaginabile che gli aspetti politici siano legati alle modalità di ispezione da parte della AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) e alla velocità con cui le sanzioni saranno ridotte. Gli aspetti “tecnici”, ovvero il numero di centrifughe permesse o la quantità di plutonio producibile, saranno discussi solo dopo la conclusione dell’accordo preliminare prevista per il 31 Marzo. Entro quella data Obama dovrà presentare un patto scritto e firmato nero su bianco dagli iraniani altrimenti i Senatori repubblicani e democratici che lo hanno criticato potrebbero presentare al Congresso un nuovo giro di sanzioni economiche per la Repubblica Islamica.

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