Pregiudizio e intimidazioni: una famosa università britannica aderisce al boicottaggio di Israele

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Mario Del MonteEditor
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Pregiudizio e intimidazioni: una famosa università britannica aderisce al boicottaggio di Israele

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La prestigiosa Università degli Studi Orientali e Africani di Londra (SOAS) ha recentemente votato l’interruzione di ogni rapporto con l’Università Ebraica di Gerusalemme per sostenere il boicottaggio accademico nei confronti di Israele in difesa dei diritti dei palestinesi di Gaza e Cisgiordania. Il voto è stato sostenuto da oltre 1,500 tra studenti, professori ordinari e personale non docente ed è stato approvato con una maggioranza schiacciante del 75%. Alcune critiche si sono subito levate in quanto gli aventi diritto erano 8,500 perciò al referendum avrebbe partecipato solo una modesta parte degli appartenenti all’ateneo.

Pochi giorni fa alcuni studenti palestinesi avevano diffuso una lettera aperta denunciante “il regime di occupazione coloniale e di apartheid israeliano” aggiungendo che le istituzioni accademiche israeliane “sono conniventi nella pianificazione e implementazione delle politiche di oppressione del regime”. Secondo Rana Baker, nata a Gaza e laureata in antropologia alla SOAS, le università israeliane sarebbero dei laboratori di guerra e tutti i paesi del mondo dovrebbero aderire al boicottaggio promosso dal movimento BDS.

Per gli studenti ebrei le conseguenze sono facilmente intuibili e vanno da un profondo senso di isolamento al vero e proprio deterioramento delle relazioni con gli studenti appartenenti ad altri gruppi. Già durante la “settimana dell’apartheid israeliano” svoltasi in tutte le facoltà universitarie britanniche gli ultimi 7 giorni di Febbraio alcuni iscritti alla SOAS avevano denunciato atteggiamenti ostili nei confronti di chi non era d’accordo con l’iniziativa. Inoltre il rappresentante dell’Unione degli Studenti Ebrei ha lamentato una poca attenzione alla vicenda da parte dei vertici dell’istituzione che, con una mozione così divisiva, rischia di danneggiare i rapporti fra Israele e il Regno Unito.

Questa decisione però non stupisce alla luce del recente report 2014 sull’antisemitismo nel paese che presenta un numero di incidenti raddoppiato rispetto all’anno precedente. Azioni del genere non fanno altro che fomentare sentimenti antiebraici e il risultato finale è l’idea che il popolo inglese ha degli ebrei: uno su quattro pensa che gli ebrei tengano al denaro più dei non ebrei, uno su cinque crede che gli ebrei siano più fedeli a Israele che alla nazione di nascita, uno su sei è convinto che gli ebrei abbiano troppo potere e il 13% della popolazione totale afferma che gli ebrei parlino tanto della Shoah per riscuotere simpatia. Non male come risultato per chi afferma di voler abbattere un sistema razzista no?

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